Uscito sul settimanale Carta -Estnord n. 37 - 2007
Con una riunione operativa nella sede di Coldiretti Veneto, che ha visto l’adesione di Confartigianato, Cna, SlowFood, Cia, VAS, Federconsumatori, Legambiente e ovviamente Coldiretti, è partita da poche settimane anche nella nostra Regione la consultazione nazionale “ItaliaEuropa – Liberi da OGM” all’insegna dello slogan “un SI per il futuro” ovvero “l’agroalimentare, il cibo e la sua genuità, cuore dello sviluppo, fatto di persone e territori, salute e qualità, sostenibile e innovativo, fondato sulla biodiversità e libero da ogm”.
Una coalizione di forze che non ha precedenti nella storia recente nazionale e della nostra regione. Fianco a fianco per dire no agli OGM in Italia e nel Veneto, si trovano associazioni ambientaliste e dei consumatori, il mondo del volontariato, le organizzazioni professionali degli agricoltori, la grande distribuzione.
Per l’Italia e l’Europa quindi un vasto cartello di organizzazioni, anche diverse fra loro, hanno immaginato un futuro diverso. Un futuro non determinato dalle logiche dei tecnoburocrati di turno, né dalle lobby delle potenti multinazionali biotecnologiche. Un futuro dove i cittadini possono esprimere la loro preferenza, possono scegliere consapevolmente, possono acquisire conoscenze e assumersi responsabilità. Così, ecco un’infinita serie di attori politici e sociali alleati per una grande battaglia civile, sociale e ambientale. L’Italia e il Veneto – dove la produzione agroalimentare ha un valore aggiunto grazie alla varietà dei territori e delle colture e alla specificità delle comunità locali; dove l’attenzione per la buona cucina e per la qualità è molto alta; dove la dieta mediterranea è candidata ad entrare nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanita' dell'Unesco - hanno il dovere di difendere con energia e passione il loro modello agroalimentare, basato sulla qualità e libero da Ogm.
Il destino del Veneto, per anni, è sembrato segnato. I forti interessi della/nella regione sui prodotti biotecnologici non sembravano lasciare spazio ad un modello di sviluppo sostenibile e libero da Ogm. Oggi, invece, con questa coalizione e, ancora prima, nel marzo 2004 con la nascita della “Coalizione Liberi da Ogm del Veneto” promossa da Coldiretti, Coop e VAS, si può riscontrare che i valori per i quali molti di noi hanno lottato per decenni (principio di precauzione, difesa delle produzioni locali e degli agroecosistemi, tutela delle risorse naturali come beni pubblici) siano diventati patrimonio comune della società civile e di una buona parte del mondo produttivo ed economico veneto.
Ora da questa vasta mobilitazione, obiettivo del coordinamento del Veneto ““ItaliaEuropa – Liberi da OGM” è la raccolta di almeno 200.000 schede, può anche partire una forte e pressante richiesta al Governatore Veneto Galan, da sempre pericolosamente assente su questo tema, affinché si adoperi, anche dal punto di vista normativo, per un Veneto libero da OGM, seguendo l’esempio di molte altre regioni italiane e di centinaia di comuni veneti che hanno sottoscritto in merito un forte appello lanciato dalla Coldiretti Veneto. La Regione Veneto deve operare per la tutela dell’identità geografica dei prodotti agricoli contro il rischio di spostamento dalle tradizionali aree geografiche di produzione, per la difesa dei prodotti locali di qualità, per la diffusione del biologico, per la biodiversità in campo agricolo, per la promozione di standard di sicurezza ambientale e sanitaria attraverso l’esclusione di livelli di contaminazione legati a soglie di inquinamento genetico tollerato, per la promozione di un sistema obbligatorio di rintracciabilità per verificare le tecnologie di produzione a partire dall’impiego di sementi. L’alternativa all’assenza di una minima apertura del Governatore Galan e della politica regionale sul problema OGM, è la grande mobilitazione sociale e civile così come sta avvenendo in queste settimane. Tanti appuntamenti dove si incontrano e si formano sempre più gruppi di persone, quasi vere e proprie coalizioni sociali di consumatori, che non si battono contro qualcuno, bensì per affermare qualcosa, qualcosa di tanto importante come solo la sovranità alimentare può esserlo. Qualcosa di tanto importante come il diritto di praticare un modello di sviluppo agricolo fondato sulla sostenibilità delle produzioni e sul legame imprescindibile con il territorio e le sue risorse.