Problema rifiuti in Friuli Venezia Giulia
Uscito su TERRA NORDEST il 26 luglio 2011
Non siamo ai livelli di preoccupazione napoletani o romani, ma pure in Friuli Venezia Giulia la situazione rifiuti comincia a preoccupare i cittadini e le associazioni ambientaliste che da sempre lavorano per incentivare il riciclaggio e la lotta agli imballaggi superflui.
Così, a fronte delle situazioni critiche in provincia di Udine, con le discariche vicine all’esaurimento, e a Trieste, con la differenziata al palo, gli ambientalisti friulani, Wwf in primis, tornano a chiedere alla Regione misure per ottimizzare il sistema di smaltimento dei rifiuti approvando il Piano Regionale dei Rifiuti Urbani. Se si esclude il caso di Pordenone, recentemente eletta a capoluogo di provincia più riciclone d’Italia con un 78% di raccolta differenziata, emerge dal territorio regionale una situazione critica nel campo della raccolta e della destinazione dei rifiuti urbani. L’allarme riguarda in particolare la provincia di Udine, alle prese con un sistema di discariche prossime al limite della ricettività e diverse che perdono liquami, con conseguente rischio di inquinamento specie per le falde acquifere; e Trieste, dove la raccolta differenziata, nel 2010 ferma a circa il 20%, non dà segni di miglioramento nonostante l'annunciato obbligo di selezionare i rifiuti.Il Wwf regionale, a fronte di queste emergenze, denuncia la mancata conclusione dell'iter decisionale del Piano Regionale dei Rifiuti Urbani. “L'entrata in vigore del “Piano” – sostiene l’associazione – consentirebbe di stimolare un più forte impegno da parte degli Enti locali, fornire strumenti per il corretto intervento sui rifiuti urbani e conseguire gli obiettivi dettati dalla normativa vigente: in primis il raggiungimento del 65% della raccolta differenziata entro il 2012, pena sanzioni pesanti. Perché – si chiede il Wwf - ad oggi non si è giunti ad una conclusione? Chi pone gli ostacoli?”.Il Wwf si appella alla Regione affinché realizzi “un sistema di smaltimento rifiuti che elimini le disparità e la disomogeneità esistenti, senza il ricorso a nuovi impianti e all'esportazione di rifiuti, ottimizzando le risorse esistenti”. Per l’associazione, due dovrebbero essere le priorità del Piano: diffondere il più possibile sul territorio regionale il metodo della raccolta differenziata spinta (“porta a porta”) e fissare obiettivi di efficienza anche per gli impianti di selezione: ciò per evitare che percentuali anche elevate di raccolta differenziata a livello comunale vengano poi vanificate da impianti di selezione scadenti o mal gestiti, che producono grandi quantità di sovvalli, che andrebbero poi smaltiti in discarica.“L’adozione del Piano regionale, conclude il Wwf, è doppiamente urgente in quanto consentirebbe di affrontare i concreti gravi disservizi dell’attuale sistema ma anche di evitare possibili procedure d'infrazione delle Direttive europee sui rifiuti”.
Ultimo aggiornamento ( Lunedì 01 Agosto 2011 08:43 )


