Home Articoli responsabili 2001 Viaggio fra i Casoni di Caorle

Viaggio fra i Casoni di Caorle

Uscito sul Gazzettino nell'agosto 2001

L’area geografica dove sono presenti i casoni nel Veneto è quella che va dal delta del Po fino all’Isonzo, ovvero l’ambiente delle lagune venete caratterizzato da corsi d’acqua, canali artificiali, tagli, che si estende fino all’entroterra pedemontano. Questa architettura spontanea, povera, ma altamente rappresentativa della vita contadina e peschereccia, trova le proprie origini nell’epoca tardo romana con una testimonianza certa e documentata di Cassiodoro risalente al VI secolo d.C.. Passando a tempi più recenti, agli inizi del ‘900 si segnalavano ancora numerosi casoni nella campagna veneta specialmente lungo l’area che andava dalla laguna di Grado sino alle foci del Po. A partire dagli anni ’30 incomincia il loro lento e progressivo declino dovuto alla cattiva considerazione del regime fascista di ritenerli malsani e di voler dare una casa vera a tutte le famiglie. Il Comune di Venezia nel 1930 sanciva nel Regolamento d’Igiene che ”entro due anni i casoni dovranno essere soppressi e sostituiti con case rispondenti alle esigenze del presente regolamento, alle disposizioni del quale dovrà entro un anno ottemperarsi anche dalle case rurali, salvo quelle deroghe che, caso per caso, saranno ritenute ammissibili dall’Ufficio di Igiene”. Successivamente, dopo la seconda guerra mondiale, riprese con grande vigore e determinazione la distruzione dei casoni fino a decimarli in meno di vent’anni. Il tentativo di abbattere i casoni non comportava solo la distruzione di un insieme di case dal tetto di paglia, ma comportava il rischio della perdita di una cultura urbanistica millenaria simbolo della storia del nostro territorio e del nostro paesaggio. Per questo motivo l’assessorato alle politiche ambientali della Provincia di Venezia con la collaborazione di Maria Pia Lomoriello, Alessandra Magro e Matilde Brandolisio dello studio professionale Alba di Marghera, ha portato a termine il censimento dei casoni della Provincia di Venezia. Un importante lavoro che verrà pubblicato nei prossimi mesi e che rappresenta uno studio complesso che ha preso in esame 110 casoni sparsi nel nostro territorio e che, di ogni casone censito, permetterà pure di localizzarne in tempo reale la posizione geografica e le caratteristiche con l’aiuto delle nuove tecnologie informatiche e del GPS (Global Positioning System).
I casoni del Veneto si distinguono in due tipi, il casone di campagna più antico e diffuso nell’entroterra e il casone da pesca, denominato di “valle” se vicino ai fiumi o ai corsi d’acqua, e di “laguna” se immerso fra le barene e le valli da pesca.
Il casone di campagna era costituito da materiali forniti dalla natura stessa quindi argilla per mattoni, erbe palustri, paglia per il tetto o legname per i serramenti. La pianta era generalmente rettangolare o quadrata, le stanze erano disposte nel pianterreno e il tetto era fortemente inclinato per evitare lo stagnarsi dell’acqua piovana. Dal censimento della Provincia attualmente risultano esserci ancora 6 casoni, o resti di essi, nei Comuni di Annone Veneto, Camponogara, Cavarzere, Marghera, Santa Maria di Sala, Pramaggiore. I casoni di valle e di laguna si differenziano dai precedenti per la diversa concezione della “pianta” cioè della distribuzione interna dei locali, per i diversi materiali usati per la costruzione delle pareti, che per quelli di campagna erano in mattoni fatti di argilla e paglia e “cotti” al sole, mentre per quelli di valle le pareti non sempre esistevano in quanto il tetto spesso giungeva fino in terra e, quando esistevano, dovevano essere più leggere poiché sorgevano in zone paludose ed acquitrinose. Nei primi dell’800 i casoni di valle incrementarono notevolmente il loro numero con l’affermazione della pesca e della caccia in valle. I nuclei più pregiati erano quelli di Valle Cornio e dell’Averto, Padovana, Perimpiè e la Millecampi, detta “casonetto”. Altri casoni erano in Valle Serraglia, Torson di Sotto, Zappa, Figheri e Rivola. Il censimento provinciale ha evidenziato l’attuale esistenza di 81 casoni nel Comune di Caorle, 19 nel Comune di San Michele al Tagliamento, 3 casoni nel Comune di Concordia Sagittaria, 3 casoni nel comune di Jesolo.
Ora l’obiettivo, come ha affermato l’assessore provinciale Da Villa, “è quello di riscoprire le origini della storia del nostro paesaggio, portando i visitatori locali o stranieri a vedere e studiare queste bellezze architettoniche attivando, di conseguenza, iniziative per valorizzarle e recuperarle in quanto elementi di testimonianza dell’identità del territorio veneziano”.
Come ricordano gli autori dello studio, la tutela dei casoni è un’esigenza che deve essere tanto più forte in aree turistiche come la nostra Provincia, dove spesso il “turismo di massa” ha guastato l’ambiente e il territorio. Oggi la qualità di una zona turistica non si misura solo nella propria capacità ricettiva o nella bontà dei servizi offerti ma anche attraverso le potenzialità ambientali e paesaggistiche presenti. I casoni devono diventare luoghi della memoria, dove è possibile avvicinarsi alle emozioni dell’ambiente lagunare, meta finale quindi di un turismo intelligente e sostenibile.

Alcuni itinerari “sostenibili” per vedere ancora i casoni:


Percorso Ciclabile di Caorle-Brian

Tempo di percorrenza: 1,5 ore.
Condizioni del percorso: argini in terra battuta e stradine asfaltate.
Si parte dall’abitato di Brian all’altezza della “Trattoria Emiliana” dotata di parcheggio e dove si può lasciare la macchina. Accanto alla trattoria è possibile ammirare un casone della zona appena restaurato. Si prosegue in bicicletta lungo l’argine del canale Commessera dove dopo 1,4 Km si scorge sulla sinistra un nuovo casone che risale agli anni ’50. Lungo l’argine si possono vedere varie specie di uccelli e di animali nonché è stata segnalata la presenza di una colonia numerosa di orchidea palustre oramai rara nelle nostre zone. A 3,5 Km si arriva al punto di confluenza del canale Commessura con il fiume Livenza, si continua lungo l’argine fino al grazioso borgo agricolo di Ca’ Corniani. Proseguendo al Km 10,6 si lascia l’argine e poco dopo si ammira a sinistra una suggestiva chiesetta mentre a destra poco più avanti vi è un impianto idrovoro dove alle spalle dello stesso rimane una costruzione che originariamente era un casone e di cui si è conservata la caratteristica forma con il tetto a spiovente e la pianta ellittica.

Percorso navigabile della laguna di Caorle

Tempo di percorrenza: 2,5 ore.
Si parte dalla spiaggetta del porto di Falconera a nord-est di Caorle. Posta la canoa o una piccola imbarcazione in acqua, ci si dirige verso nord. Costeggiando, sulla sinistra, si possono ammirare molti casoni utilizzati anche per la pesca. Si imbocca poi il canale risalendo sulla destra. Ora, sempre sulla destra, si intravedono altri casoni più o meno mimetizzati tra la ricca vegetazione riparia. Si procede la navigazione sino all’incrocio con il Canale degli Alberoni dove è possibile addentrarsi costeggiando Valle Rotelle. Si ritorna poi per la stessa via d’acqua.

Ultimo aggiornamento ( Domenica 05 Aprile 2009 20:00 )

Sto leggendo
Banner
Notizie flash

 -