Intervento uscito su TERRA NORDEST il 26 ottobre 2010 

Dal prodotto a Km 0 agli operai a km 0 ? Viene spontaneo chiederselo dopo l’accordo tra l’azienda Da Re e il Sindaco leghista di Godega San’Urbano (Treviso) Alessandro Bonet. L’azienda in questione produce i famosi Bibanesi, panetti/grissini che si trovano sulle tavole di mezzo mondo e assai apprezzati per il loro delicato e inconfondibile sapore. L’accordo tra l’azienda Da Re e il sindaco di Godega Sant’Urbano ha sollevato una discussione accesa in Veneto che tocca direttamente i tradizionali Bibanesi. Il sindaco Alessandro Bonet ha concesso alla suddetta azienda di poter edificare la sua nuova sede su un terreno che fino ad allora era agricolo.

Il cambio di destinazione d’uso, comportando un vantaggio economico non indifferente, è stato “pagato”in qualche modo con il seguente accordo: ad essere assunti nel nuovo sito produttivo saranno i residenti (da almeno 5 anni) del Comune di Godega Sant’Urbano. La corsia preferenziale è pensata solo per gli operai generici e non per i quadri dirigenziali. Inoltre, l’accordo prevede che ci sia una “preferenza”, ma non una “esclusività”: quando la domanda di lavoro di Godega Sant’Urbano verrà soddisfatta, si potranno selezionare anche persone “extracomunali”.
L’imprenditore Giuseppe Da Re ha subito chiarito che l’accordo con il Comune non si basa su una discriminazione razziale, perché in azienda lui ha già assunto extracomunitari. Inoltre,  il progetto d'ampliamento nella nuova sede in area Belcorvo a Bibano di Sotto non sarà comunque attuato prima del 2013.  Sarà, ma l’intera vicenda continua a lasciare l’amaro in bocca. “Siamo al localismo più ridicolo e populista - dichiarano il segretario regionale della Cgil Emilio Viafora ed il segretario provinciale Paolino Barbiero - al sindaco diciamo che così facciamo ridere il mondo e non modifichiamo di una virgola la situazione occupazionale”. Il governatore veneto Luca Zaia, bibanese doc, nella stampa locale ha invece benedetto l'intesa tra il Comune di Godega e la ditta Bibanesi. “E' un accordo che ben rappresenta la filosofia di un'espressione come "prima i veneti", che è uno dei principi guida del governo regionale. Questa importante esperienza può diventare un punto di riferimento anche per altre imprese e settori produttivi del Veneto. Gli attori del territorio che giocano le partite della sfida della competitività sono chiamati a una stretta e sinergica collaborazione per affrontare la crisi e l'accordo siglato può rappresentare un punto di partenza”.
L’intera operazione non è piaciuta agli ambientalisti del Vas, per Simona Capogna Vicepresidente nazionale dell’associazione, “la corsia preferenziale, seppur non esclusiva e non razzista, è evidentemente una merce di scambio, utile solo a far tacere le critiche interne per la concessione edilizia e, magari, a far guadagnare dei voti all'attuale amministrazione. Per la prima volta l'“operaio a Km 0”, continua l’esponente ecologista, viene presentato in pompa magna come se si trattasse di un favore alla comunità, mentre in realtà si tratta di una pratica per niente estranea al nostro Paese, spesso foriera di rapporti clientelari. Infatti, le aziende in generale tendono a favorire l'impiego dei cittadini residenti nel Comune in cui sono installati i propri impianti produttivi, perché in questo modo si tutelano dalle critiche su un eventuale inquinamento ambientale e acustico (pochi sono disposti a perdere il posto di lavoro, anche a costo di ridurre la qualità dell’acqua che si beve, dell’aria che si respira e del cibo che si mangia). Inoltre, i posti di lavoro locali garantiscono una certa fedeltà all'amministrazione che ha contribuito a farli nascere”.
Siamo di fronte a un federalismo di quartiere, di condominio, familiare, individuale ? Chissà. L’unica certezza è che un altro pezzo di territorio agricolo con troppa facilità ha cambiato destinazione d’uso per divenire un ennesimo capannone “veneto”.

 

Ultimo aggiornamento ( Martedì 26 Ottobre 2010 19:42 )