Home Articoli responsabili 2000 Strade nelle Dolomiti, un problema non una risorsa

Strade nelle Dolomiti, un problema non una risorsa

Uscito sulla rivista Verde Ambiente nel numero di settembre-ottobre 2000

Il 23 e 24 giugno 2000 l’autostrada del Brennero è stata chiusa per una manifestazione delle associazioni ambientaliste. Un blocco stradale organizzato dagli ecologisti italiani e austriaci con lo scopo di tutelare e valorizzare lo spazio alpino e la qualità della vita, per una razionalizzazione e una incentivazione del trasporto merci su ferrovia. Oggi le Alpi e, in particolar modo le Dolomiti, muoiono di traffico turistico e pesante in quasi tutti i mesi dell’anno. Molte zone montuose abitate e molte vallate sono classificate come aree pericolose dal punto di vista idrogeologico tuttavia progetti di grandi infrastrutture stradali, come la Cuneo-Nizza, la statale 38 valtellinese, l’Alemagna nel Veneto e la Venezia-Monaco, trovano insospettabili appoggi politici e imprenditoriali mettendo a repentaglio ambienti naturalistici e paesaggistici unici al mondo.
La Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi (CIPRA), ha elaborato il 26 aprile 2000 a Berna un Protocollo di attuazione della Convenzione delle Alpi per il settore dei trasporti. Il Protocollo, che ha visto il lavoro congiunto dell’Austria, della Francia, della Germania, dell’Italia, del Liechtenstein, del Principato di Monaco, della Slovenia e della Svizzera, verrà portato all’approvazione definitiva alla Conferenza delle Alpi del 30 e 31 ottobre a Lucerna. Il documento partendo dalla consapevolezza che il territorio alpino comprende un’area caratterizzata da ecosistemi e paesaggi particolarmente sensibili e da condizioni geografiche e topografiche tali da accentuare l’inquinamento e l’impatto acustico, prevede come strategia generale della politica dei trasporti:
• Coordinare i vettori, i mezzi e i tipi di trasporto e favorire l’intermodalità;
• Sfruttare nel modo migliore i sistemi e le infrastrutture di trasporto esistenti nel territorio alpino, tra l’altro con l’impiego della telematica, e ad imputare a coloro che li causano i costi infrastrutturali ed esterni, differenziandoli a seconda dell’impatto causato;
• Incidere, tramite interventi di assetto del territorio e strutturali, a favore del trasferimento dei servizi di trasporto di persone e merci su quel vettore che di volta in volta risulti il più rispettoso dell’ambiente, nonché sui sistemi intermodali di trasporto;
• Valorizzare e sfruttare i potenziali di riduzione del volume dei trasporti.
Le parti firmatarie si impegnano a realizzare gli interventi necessari a:
• proteggere le vie di trasporto contro i rischi naturali;
• proteggere l’uomo e l’ambiente nelle aree soggette a particolare impatto dovuto ai trasporti;
• raggiungere una graduale riduzione delle emissioni di sostanze nocive e delle emissioni sonore per tutti i vettori anche sulla base delle migliori tecnologie disponibili;
• incrementare la sicurezza dei trasporti.
Impegni importanti che però si scontrano con decisioni politiche locali che vanno in una direzione opposta.
WWF Veneto e altre associazioni ambientaliste della provincia di Belluno, in collaborazione con Arge Stop Transit di Lienz e altre associazioni del Sud ed Est Tirolo, riunite nella “piattaforma contro il transito”, hanno deciso l’invio di un dossier ai massimi responsabili europei dei Trasporti e dell’Ambiente per protestare contro la proposta presentata da esponenti politici regionali del Veneto con l’appoggio di vari settimanali diocesani di Belluno e Treviso, di inserire la direttrice di Alemagna – strada che collega Longarone (BL) al Cadore fino a Cortina d’Ampezzo – nella Rete Transeuropea dei Trasporti dell’Unione Europea, di prossimo aggiornamento, e di classificarla tra le Strade Europee (“E” Roads) in base all’European Agreement on Main International Traffic Arteries (AGR) del 1975. Tale proposta se accolta, come hanno evidenziato le associazioni ecologiste ma anche il Sindaco di Cortina D’Ampezzo, comporterebbe un notevole aumento di traffico soprattutto pesante.
Tale fenomeno si è gia verificato sulla statale della splendida Val Pusteria che è classificata come “E” 66 e fa parte della direttrice europea Shekesfehervar (Ungheria) – Fortezza (Alto Adige). Su tale direttrice, più precisamente al valico Italia – Austria di Prato alla Drava, il traffico pesante tra il 1985 e il 1998 è triplicato con 411 TIR al giorno mentre a Rio di Pusteria il traffico merci giornaliero globale supera i 1500 veicoli.
L’ambiente bellissimo e fragile delle Dolomiti cadorine e ampezzane, le popolazioni locali e gli stessi turisti che scelgono queste valli per le loro vacanze, difficilmente potrebbero sopportare un inquinamento atmosferico e acustico di tale portata.
La strada di Alemagna, tra Tai di Cadore e Cortina D’Ampezzo, come riferisce il Piano della Mobilità elaborato dalla Provincia di Belluno, con una larghezza media di 7,5 metri di carreggiata, dovrebbe avere un flusso veicolare ottimale di circa 5.000 veicoli al giorno, mentre ne sopporta circa 10.000 (media alta stagione). In base all’accordo AGR del 1975, una strada Europea di categoria “I” (la minore) deve consentire un flusso veicolare di 900/1500 veicoli privati l’ora, il che significherebbe circa 9000/15000 veicoli al giorno. Quindi, come fanno notare gli ecologisti, se l’”Alemagna” divenisse “E” dovrebbe essere pronta a sopportare tutto l’anno i carichi dei periodi di alta stagione, raggiungendo un risultato decisamente pericoloso sotto ogni punto di vista.
Non solo, rimanendo su questo tema, è ritornata nuovamente all’ordine del giorno delle agende politiche regionali del Veneto e del Trentino Alto Adige l’eterna discussa autostrada Venezia –Monaco (vedi tabella 1) che dovrebbe passare, se completata, proprio attraverso le vallate cadorine (in Veneto) e della Val Pusteria (in Alto Adige) dove, da sempre, le Comunità locali oppongono ferma resistenza. Tale infrastruttura infatti toccherebbe zone di grande interesse paesaggistico-ambientale oltre che danneggiare una vallata, quella dell’Alta Val Pusteria, che fa dell’armonia fra sviluppo e cura dell’ambiente e del territorio la propria fonte di ricchezza. Le popolazioni locali infatti sono consapevoli che i trasporti non portano solo ricchezza e aumento della “produttività” ma anche ripercussioni serie sull’ambiente e che l’impatto ambientale dovuto ai trasporti provoca un crescente carico e rischi ecologici per la salute e per la sicurezza.
Sarà compito delle comunità locali, forti delle proprie tradizioni e conoscenze del territorio, oltre alle tecnologie e alle mobilitazioni politiche, restituire alle generazioni future un territorio privo di rischi per la salute e per l’ambiente dove consolidare una nuova economia ambientalmente sostenibile e rispettosa del paesaggio dolomitico.

Sto leggendo
Banner
Notizie flash

 -