Home Articoli responsabili 1999 Un'isola per Venezia, un impegno per l'ambiente

Un'isola per Venezia, un impegno per l'ambiente

Uscito sulla rivista Verrde Ambiente nel numero di novembre-dicembre 1999

La Laguna di Venezia è costituita da una miriade di isole. Sedi di diverse attività nella storia passata della “Serenissima”, con l’avvento prima di Napoleone e poi degli Austriaci nella prima e seconda metà dell’ottocento, molte di queste furono adibite a fortezze e a polveriere, destinazione che hanno mantenuto fino alla metà del ‘900. Per decenni queste isole sono state completamente abbandonate, hanno subito vandalismi di ogni tipo e sono state depredate di quei resti che testimoniavano la presenza in loco di antichi insediamenti di importanza storica e archeologica.
Finalmente però qualche cosa potrebbe cambiare e, mentre le grandi catene internazionali degli alberghi, hanno intenzione di recuperare alcune isole lagunari per creare nuove strutture alberghiere e incrementare la monocultura turistica che caratterizza la città, GREEN CROSS, VAS con la collaborazione dell’Equipe Veneziana di Ricerca, stanno recuperando la piccola isola di San Giacomo in Paludo, situata nella laguna nord di Venezia, per creare un centro studi sull’ambiente.
Così domenica 31 ottobre 1999, con un testimonial d’eccezione, il premio Nobel Rita Levi Montalcini, sono stati dati simbolicamente il via ai lavori per il recupero dell’isola.
Con un intervento forte, sincero, proiettato verso le future generazioni, la Montalcini ha voluto dare il suo apporto morale al progetto di recupero dell’isola che, nell’intento delle associazioni e dell’amministrazione pubblica, dovrebbe divenire un centro internazionale a carattere tecnico-scientifico per studi legati all’ambiente e alle trasformazioni ambientali del nuovo millennio. Attorniata da ragazzini di varia nazionalità, premiati il giorno prima presso il Convitto Morosini di Venezia nell’ambito del Concorso internazionale “Un immagine per l’Ambiente”, ha rivolto, come Presidente Onorario di Green Cross Italia, proprio ai giovani le sue parole : “E’ a loro che ho deciso di dedicare la mia vita, soprattutto ai meno fortunati che vivono nei paesi in via di sviluppo. Sono felice di aver aderito all’iniziativa di portare in un isola della città più bella del mondo la presenza di un centro di ricerca, cui lavoreranno soprattutto giovani dediti alla salvaguardia dell’ambiente”. Sono intervenute pure numerose personalità del mondo politico, culturale, ambientalista.
Il Presidente nazionale di VAS, Senatore Guido Pollice, ha illustrato il progetto di recupero dell’isola, l’onorevole Riccardo Cannesi, del Ministero dell’Ambiente, nel portare i saluti del ministro Ronchi, ha ricordato l’attenzione sempre maggiore del Governo e del Ministero dell’Ambiente nei confronti delle aree da riqualificare e recuperare a fini ambientali. Il Vicesindaco di Venezia, Michele Vianello, ha evidenziato l’impegno dell’amministrazione per il recupero delle isole abbandonate “purtroppo - ha specificato - spesso si deve fare i conti con l’aspetto economico delle operazioni ma, per San Giacomo in Paludo, il Comune ha garantito uno stanziamento triennale di un miliardo all’anno”. Erano infine presenti l’assessore all’urbanistica del Comune di Venezia, Roberto D’Agostino, il Prosindaco di Mestre Gianfranco Bettin e numerosi rappresentanti di Green Cross provenienti da 12 nazioni diverse a rappresentare l’interesse mondiale verso l’isola.


L’ISOLA E IL PROGETTO


Sebbene l’intervento umano sull’isola risalisse a epoche anteriori, la vita di questa località risale al XII secolo, periodo nel quale venne edificato un ospizio dedicato a San Giacomo. Successivamente trasformato in monastero dalle monache Cistercensi, divenne, nel XIII secolo, importante crocevia dei traffici commerciali lagunari. Nel 1400 l’isola veniva abbandonata dalle monache e san Giacomo in Paludo venne assegnata ai minori francescani della “Casa Grande” di Santa Maria Gloriosa dei Frari. In questa fase fu costruita la chiesetta di San Giacomo. Nel 1800, a seguito dei decreti napoleonici, fu soppresso il convento dei Frari. L’isola divenne successivamente polveriera degli austriaci e, assegnata al demanio militare, totalmente abbandonata nel 1961.
In seguito l’isola è al centro di continui vandalismi, vengono portate via testimonianze storiche e archeologiche di notevole importanza e anche le parti ancora utilizzabili degli edifici esistenti sono continuamente danneggiati da atti vandalici. L’azione degli eventi meteorici accelera il processo di degrado degli edifici esistenti mentre il fenomeno del moto ondoso, causato dalle tipologie e dalle velocità dei natanti che sfrecciano senza alcun controllo pubblico in questa area di laguna, erode le sponde danneggiando e facendo crollare il muro di cinta.
L’isola, di forma quadrangolare occupa un’area complessiva di circa 12000 mq, la superficie coperta degli edifici è di circa 2250 mq per un volume complessivo di 11800 mc. Alcuni tra i fabbricati più piccoli sono stati recentemente restaurati dal Magistrato alle Acque di Venezia mentre restano da recuperare, in quanto notevolmente degradati, i restanti 4 fabbricati più grandi. Il progetto di recupero, illustrato dal Presidente nazionale di VAS Senatore Guido Pollice, è stato realizzato dagli architetti Gianluca Ballarin e Caterina Penzo con la collaborazione dell’ing. Silvia Fratter, arch. Michela Furin, Giulio Pozzana, dott. Gianluca Romanelli, arch. Moris Valeri e con il contributo del prof. Arch. Bruno Minardi. Si prevede il recupero e restauro degli edifici presenti, specialmente dei tre principali. Il centro di ricerca vero e proprio nel maggiore, due aule con uffici e zona ristoro, una foresteria con oltre cinquanta posti letto. Uno spazio inoltre sarà dedicato a studi archeologici, affidati all’Equipe Veneziana di Ricerca, in quanto l’isola per l’appunto presenta testimonianza romane, bizantine e medioevali. Ci sarà spazio per tutte le nuove tecnologie pulite, a basso impatto ambientale, in modo tale da trasformare l’isola in un vero e proprio laboratorio di studi tecnologici per affrontare con sicurezza e rispetto dell’ambiente, le nuove complessità del XXI secolo.

 

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