Home Articoli responsabili 2003 Tra il Brenta e l'Adige

Tra il Brenta e l'Adige

Uscito sul Gazzettino nell'agosto 2003

Un itinerario ciclistico proposto dalla Provincia di Venezia, dal Centro di Educazione Ambientale della Città di Chioggia e dal CAI, ci porta a scoprire le meraviglie nascoste fra le terra di Brenta e Adige. Un itinerario relativamente facile di 19 Km, ma di grande interesse naturalistico e paesaggistico.
Come dettagliatamente riportato nell’opuscolo descrittivo dell’itinerario (scaricabile nel sito della Provincia di Venezia-Assessorato alle Politiche ambientali:www.provincia.venezia.it/proveco/educazione/percorsi/percorsi.html), il nostro viaggio comincia da via Cannoni, che si raggiunge dalla piazza di S. Anna di Chioggia attraversando il semaforo della SS 309 Romea, verso est (è consigliabile imboccare il sottopassaggio vicino alla stazione ferroviaria).
A una trentina di metri dalla statale, lasciando sulla destra via Pegorina, si prosegue dritto verso l’Adige in direzione est e, una volta raggiunto l’argine, si gira a sinistra  per 200 m. fino ad incontrare il canale della Busiola. Svoltando a sinistra e seguendo l’argine ovest del canale si giunge all’idrovora Busiola, si oltrepassa la strada asfaltata che dalla Romea conduce a Ca’Lino e si passa sull’argine opposto (via Busiola Nord) in direzione della fattoria Bellan (in alternativa all’argine una stradina permette di aggirare l’abitazione sulla destra). Una sosta sull’argine sopraelevato è dovuta, per godere della splendida vista sulla vasta campagna circostante e per osservare lungo le rive sabbiose dei fossi le garzette e gli aironi rossi e cinerini. Proseguendo lungo l’argine saremo avvolti dal profumo della menta che ci accompagnerà fino alla discesa dall’argine, in prossimità della casa disabitata. Vale la pena, alla deviazione, proseguire fino all’evidente curvatura del canale della Busiola, dove il fiume Brenta tracciava un’ampia ansa fino a Brondolo, attraversava l’attuale centro di Ca’Lino e sfociava a Isola Verde. Ritornati alla discesa dall’argine attraversiamo gli orti in direzione est e, superato un ponticello, imbocchiamo via Brenta Vecchia fino ad incontrare la strada asfaltata che giunge dall’idrovora, svoltiamo a sinistra e raggiungiamo Ca’Lino. Seguendo via S. Giuseppe dalla chiesa, verso nord, in direzione Chioggia, si  oltrepassa l’incrocio per via 1° Maggio e, in prossimità della prima curva a sinistra, si imbocca una stradina laterale e si prosegue dritto in direzione nord. Il percorso rettilineo attraverso grandi campi coltivati a ortaggi porta in breve tempo all’argine del fiume Brenta. Dirigiamoci lungo l’argine verso il mare, e, per il momento ignoriamo le indicazioni sulla destra, per andare ad ammirare il paesaggio della spiaggia e delle dune e, in questa stagione, per fare un bagno ristoratore. Tornando indietro, superando la bilancia da pesca, ritroviamo le indicazioni del percorso sterrato e svoltiamo a sinistra. Al primo bivio svoltiamo a sinistra e troviamo una conca umida, salmastra, zona di antica confluenza tra un ramo dell’Adige sulla foce del Brenta. Si costeggia il vasto canneto, “le maresane”, in cui la cannuccia palustre regna sovrana e richiama alla memoria l’antico mestiere dei cannaroi (tagliacanne), ancora praticato dagli anziani di Brontolo. Al bivio svoltiamo a sinistra, superiamo il ponticello e a destra costeggiamo il canale Adigetto verso sud: al nostro passaggio, se silenzioso, sarà facile osservare qualche esemplare di germano reale, più raro l’incontro con la timida gallinella d’acqua.
Proseguendo si possono intravedere sulla sinistra i palazzoni della frequentata località turistica di Isola Verde. Giunti sulla strada asfaltata, in prossimità di un mercatino estivo di frutta e verdura di produzione locale, prendiamo a destra verso una rotonda, lasciando a sinistra il centro di Isola Verde. Alla rotonda seguiamo le indicazioni per la vicina foce dell’Adige e proseguiamo tenendo sulla sinistra il villaggio turistico Isamar e sulla destra la scuola di equitazione della tenuta S. Anna. Sarà piacevole fare una sosta sulla sommità dell’argine, per lasciare spaziare lo sguardo sulle isole del delta, rifugio faunistico, e sulla sponda opposta di Rosapineta-Rosolina Mare, prima di lasciare definitivamente il mare nell’ultimo tratto del nostro itinerario.
Riprendiamo l’argine panoramico dell’Adige verso ovest: da un lato il fiume, con i suoi isolotti, i canneti, sorvolato da gabbiani, nitticore e cormorani, dall’altro la campagna, lavorata a coltura intensiva, dove è possibile osservare il falco di palude o, più raramente l’albanella reale, a caccia di prede. Dopo il bosco si può salire silenziosamente sul piccolo pontile per l’attracco dei pescatori, dove spesso transita il veloce martin pescatore. La presenza delle antiche dune sabbiose è testimoniata da due distinte macchie arboree verso la campagna; i grandi salici capitozzo e le siepi di bambù incorniciano la radura boscosa in riva al fiume che, oltre ad essere un luogo ideale per pic-nic, viene utilizzata anche come darsena per piccole imbarcazioni. I profilati che attraversano il fiume poco più avanti fungono da perni per le paratoie mobili che bloccano il cuneo salino, cioè l’acqua di mare che, in caso di secca del fiume e/o alta marea, inquinerebbe l’acqua che viene prelevata a monte per scopi agrari e per alimentare l’acquedotto di Chioggia.
Subito prima del ponte che attraversa il canale Busiola, osserviamo i due capanni col tetto in graticci della curiosa abitazione della famiglia De Piccoli. Superato il ponte e lasciato l’argine, il nostro itinerario si conclude prendendo a destra la discesa di via Cannoni che ci riporta a S. Anna di Chioggia.

 

Sto leggendo
Banner
Notizie flash

 -