Home Articoli responsabili 2011 Il Piano energetico nel Veneto? Ce lo fa Confindustria

Il Piano energetico nel Veneto? Ce lo fa Confindustria

Intervento uscito su TERRA NORDEST il 6 settembre 2011

In piena estate, senza tanto clamore mediatico, su proposta dell’assessore ai lavori pubblici e all’energia Massimo Giorgetti, la Giunta Regionale del Veneto ha approvato uno schema di accordo quadro di collaborazione tra la stessa Regione e Confindustria Veneto per la pianificazione di attività in campo energetico, prevedendo anche l’istituzione di un tavolo di lavoro permanente. Lo strumento di pianificazione fondamentale per le politiche energetiche regionali, sostiene l’assessore Giorgetti, è il Piano Energetico Regionale, che riveste un ruolo di primo piano nello sviluppo socio-economico della regione, poiché l’energia, in quanto motore di sviluppo economico e sociale, rappresenta un tema strategico per l’azione di governo del Veneto.

Recentemente, nell’ambito della Legge finanziaria regionale, il Consiglio ha approvato una norma che detta disposizioni transitorie in materia di impianti fotovoltaici a terra e di impianti di produzione alimentati da biomassa e a biogas e bioliquidi, che prevede uno specifico stralcio del Piano energetico regionale non ancora approvato, relativo alla produzione di energia da fonti rinnovabili. Per avviare questa pianificazione e per istituire forme di collaborazione operativa in materia di energia, la Regione Veneto ha raggiunto un’intesa preliminare con Confindustria Veneto sugli obiettivi da conseguire che ora vengono disciplinati attraverso questo accordo quadro che si concretizzerà con l’istituzione di un Tavolo di lavoro permanente. Non tutti però sono d’accordo con questa decisione, le associazioni ambientaliste hanno espresso forti perplessità visto che Confindustria era nettamente schierata per il nucleare e per far fallire il recente referendum e dure critiche sono giunte pure da Coldiretti Veneto che per voce del Presidente Giorgio Piazza ha espresso il suo malcontento: “la Regione abdica alle proprie responsabilità in fatto di pianificazione energetica e delega la progettazione di uno strumento cosi strategico - anche alla luce dei risultati referendari - ad una organizzazione di parte come Confindustria, tale scelta è discriminante e non rispetta i principi basilari della concertazione tra tutte le forze e sociali ed economiche”.

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