Intervento uscito su TERRA NORDEST il 16 novembre 2010
Il Wwf friulano lancia l’allarme: “la prossima alluvione potrebbe portare a valle l’amianto abbandonato da decenni sul torrente Cellina”. Il Cellina è un importante corso d’acqua che nasce in comune di Claut (PN) ad una quota di circa 650 m; percorre la Valcellina per una trentina di chilometri e all'uscita dalla valle le sue acque scompaiono in un ampio ghiaione che più a valle ne incrocia un altro, quello che ha inghiottito il fiume Meduna.
Le acque dei due torrenti riappaiono in superficie nella zona delle risorgive, in territorio di Cordenons, per poi scendere sino a confluire nel fiume Livenza. E’ pertanto un torrente che attraversa tutta una serie di territori di grande valore sia storico che ambientale e quindi una risorsa da difendere e preservare. Preoccupa quindi l’allarme lanciato in una nota dagli ambientalisti del Wwf: “alla prossima alluvione, le tonnellate di amianto scaricate illegalmente quasi trent’anni fa sulle sponde del torrente Cellina e lì abbandonate da una classe politica inerte e colpevole, potrebbero essere trascinate a valle provocando un disastro ambientale e sanitario di enormi proporzioni”. Infatti secondo l’associazione si tratterebbe di “un disastro annunciato” poiché da anni gli ecologisti denunciano il pericolo che il materiale – 16 blocchi di rifiuti abbandonati dalla ditta Sinocci nel 1982 proprio sul livello basso del Cellina – possa essere trascinato dall’acqua, se non altro per erosione laterale del torrente. Appaiono pure evidenti, continua la nota, “le responsabilità dell’amministrazione regionale, colpevole di aver lasciato nel cassetto l’unico progetto di bonifica, presentato nel 2008 dalla giunta di centrosinistra Illy”. Così, bombolette, pile di copertoni, plastiche varie e amianto, potrebbero scendere in pianura alla prossima alluvione, cosa purtroppo non più rara. Tutta la zona, peraltro, è completamente priva di sorveglianza. All’indomani delle alluvioni del 1998 dai ghiaioni emergevano sospetti cumuli di materiale, rivelatosi ai primi controlli come scarti contenenti amianto. Il problema interessa oltre 20.000 persone, gli abitanti di Montereale Valcellina, ma anche di Maniago, Vivaro, Vajont e San Quirino, ogni volta che le piogge sparpagliano le pericolose scorie lungo il letto del fiume. La totale immobilità della classe politica di fronte a quella che a tutti gli effetti può esser definita una bomba ecologica in grado di scoppiare da un giorno all’altro è, secondo il Wwf, tanto più incresciosa quanto più si considerano gli ingenti finanziamenti stanziati dalla giunta regionale per interventi deleteri per l’ambiente, che evidentemente hanno un ritorno elettorale e politico molto più significativo, come i nuovi impianti, piste da sci e relativi parcheggi, infrastrutture viarie (es. Manzano-Palmanova, Sequals Gemona …) ed energetiche. Per non parlare poi dei milioni di euro stanziati periodicamente per quella che viene spacciata come manutenzione degli alvei ed è invece mera speculazione per estrazione di inerti: solo quest’anno – come risulta dal programma triennale delle opere pubbliche - oltre 6,5 milioni di euro per interventi vari sui fiumi e torrenti nostrani, e altri 2 milioni in opere per la sicurezza idraulica. Sperando che i risultati siano migliori di quelli passati, visti gli eventi di questi giorni nel pordenonese. Amaro il commento finale degli ambientalisti: “Il Cellina, intanto, aspetta la prossima piena”.