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Dolomiti, bollino Unesco a rischio

Intervento uscito su TERRA NORDEST il giorno 8 marzo 2011

E’ una stagione ricca di polemiche quella della montagna bellunese.
Prima la polemica paradossale intorno al logo delle Dolomiti Unesco, quattro torrioni stilizzati e molto simili ai grattacieli di Manhattan su sfondo rosso, scelto l’anno scorso fra ben 400 proposte dal Consiglio di Amministrazione Dolomiti Unesco e, dopo una rivolta popolare, rimesso in discussione anche per motivi pratici, presentava delle problematiche tecniche nella riproduzione su manifesti di grandi dimensioni e pertanto andava modificato.

Poi la discutibile approvazione da parte della Giunta regionale del Veneto del parere positivo della commissione regionale VIA sul progetto “Passante Alpe-Adria-Belluno – Cadore” che comporterà il prolungamento dell’asse autostradale da Ponte nelle Alpi a Perarolo di Cadore ovvero 20 Km di tracciato, 25 metri di sezione, doppia corsia per senso di marcia e tre svincoli (Pian de Vedoja, Longarone e Perarolo di Cadore). Opera, conclusa secondo le previsioni a inizio 2017, contestata dagli ambientalisti, dai comitati locali e da alcune amministrazioni cadorine. Oggi l’impattante progetto di realizzazione del comprensorio sciistico Cadore-Civetta  che metterebbe in collegamento San Vitro di Cadore a Selva di Cadore. Il Progetto, realizzato dalla Alpi Consult per conto della Impianti Scoter di San Vito di Cadore,  prevede come ha spiegato bene il Presidente di Mountain Wilderness Fausto De Stefani “la costruzione di un nuovo comprensorio sciistico che partendo da Chiapuzza a San Vito scavalca la montagna per arrivare nella Val Fiorentina attraverso la costruzione di otto nuovi impianti, sedici piste di sci, quattro ski bar, quattro ristoranti-rifugi. Si tratta di un totale di 26.694 metri di piste, di 12.249 metri di impianti, di tre vasche di accumulo di risorsa idrica ciascuna della capacità di 5.000 metri cubi, di un bacino di accumulo di 30.000 metri cubi di acqua, oltre 20 chilometri di viabilità di accesso alla rete impiantistica, parcheggi per circa 15/18.000 metri quadrati, magazzini interrati per il ricovero dei mezzi battipista, un nuovo anello in quota per lo sci di fondo. La capienza totale delle persone trasportate è prevista in 15.000 giornaliere, una media valutata tra i 1500 e 2000 ospiti al giorno, 2.150.000 passaggi annui, il costo di realizzazione valutabile sugli 80 milioni di euro, il costo di esercizio annuo – ammortamenti compresi – di 6.100.000 euro. Si sconvolgono oltre 100 ettari di territorio alpino, sottolinea De Stefani, però non troviamo indicazioni su come si intende intervenire per tutelare beni preziosi come gli Habitat di rete Natura 2000, le zone umide, le torbiere. Nelle zone Sic, come del resto per l’area del Pelmo riferita a Dolomiti patrimonio dell’umanità, non vi è nessun riferimento a piani di gestione attivi tesi al miglioramento delle ricchezze naturalistiche che vengono intaccate. Nemmeno una riga ci illustra le potenzialità di sviluppo qualitativo dell’area grazie alla tutela internazionale dell’Unesco”. Mountain Wilderness ha presentato delle osservazioni preliminari allo studio di fattibilità del nuovo comprensorio sciistico Cadore-Civetta inviandole alla Regione Veneto e ai Comuni di San Vito e di Selva di Cadore contestando in generale le valutazioni ambientali, economiche, energetiche e turistiche dell’intero studio. Contro tale progetto il movimento ambientalista ha organizzato una grande manifestazione per il 13 marzo trovando l’adesione di associazioni nazionali quali Legambiente, Wwf, Vas, Italia Nostra e di centinaia di alpinisti veneti. Anche gli alpinisti trentini, ha fatto sapere in una nota Luigi Casanova sempre di Mountain Wilderness, parteciperanno all’iniziativa sottolineando la preoccupazione che “qualora questi impianti venissero realizzati, assieme al collegamento fra Monte Elmo e la Croda Rossa (Val Pusteria ndr.), o l’albergo a sette stelle ai piedi del sasso Piatto a  Selva di Valgardena, o ancora l’ipotizzato collegamento Moena – Passo di Costalunga, l’Unesco sarebbe costretta a togliere il patrocinio di tutela alle Dolomiti intere. E tutti sappiamo come l’Unesco pretenda coerenza nella gestione dei patrimoni, in questo caso sotto il profilo della tutela geologica e paesaggistica”.
Appuntamento quindi alle ore 8 del 13 marzo al parcheggio di Passo Staulanza in Val Zoldana per poi raggiungere con le ciaspole e gli sci d’alpinismo il rifugio città di Fiume sotto il Pelmo. Alle 14 poi sempre al passo Staulanza il dibattito pubblico.

 

Ultimo aggiornamento ( Mercoledì 09 Marzo 2011 21:08 )

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