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Il fiume Muson

Uscito sul Gazzettino nel luglio 2002

Un fiume non molto conosciuto e spesso inosservato, come il fiume Muson, può diventare nella terraferma veneziana meta nel periodo estivo di interessanti itinerari storico-naturalisitici.  L’itinerario che consigliamo di fare in bicicletta, lontano dai luoghi del “turismo di massa”, inizia nel centro storico di Mirano in prossimità dei parchi XXV Aprile e Belvedere, parchi di origine ottocentesca che contengono ancora elementi ambientali della foresta primaria, e prosegue nella direzione dei Mulini di Sopra fino ad intersecare l’Argine del Muson, fiume di risorgiva che nasce presso San Martino di Lupari. L’argine di fondo erboso va seguito nel suo sinuoso tracciato che permette di osservare la campagna circostante che presenta interessanti lacerti del tessuto agricolo tipico del dopoguerra: siepi, boschetti riparali, canali di scolo. Il Fiume, che una volta sfociava in laguna ma che dopo i lavori di ingegneria idraulica della Serenissima sfocia nel Brenta, è caratterizzato da una vegetazione palustre, con varie specie di carici e canne, specialmente dove il suo corso diviene più lento. Dove la corrente è quasi nulla, un attento viaggiatore può osservare la rana verde e, se fortunato, può pure incontrare il suo predatore naturale: la Biscia o Natrice dal collare. Nei tratti più tranquilli del canale sopravvive la Testuggine palustre. Tra i mammiferi si può incontrare la confidente arvicola mentre la simpatica Lepre preferisce l’ora crepuscolare per uscire. L’avifauna è ricca e abbondante. La Cannaiola verdognola e l’Usignolo di fiume fanno sentire la loro “canora” presenza, ma si ode la presenza pure del Picchio rosso, del Rigogolo, del colorito Martin pescatore. La Gallinella d’acqua è presenza diffusa mentre la presenza, ahimè solo invernale, dell’ Airone cenerino e della Garzetta ci ricordano la vicinanza dell’importante ecosistema rappresentato dalla laguna di Venezia. Dopo il ponte Grasso a Salzano si raggiunge il Castello di Stigliano, interessante manufatto che costituiva assieme ai Castelli di Mirano e Noale il “Serragio del Muson” una importante struttura difensiva militare dei padovani attorno al XV secolo. Dal castello ci si dirige verso il centro di Stigliano e si riprende l’argine del Muson raggiungendo l’antico molino settecentesco in località Mazzacavallo. Siamo così entrati nell’area del graticolato romano e il percorso segue i tipici tracciati delle centurie romane unendo così la storia all’ambiente naturale. Da via Gaffarello è possibile raggiungere l’importante villa settecentesca dei Farsetti famosa per il suo orto botanico. Il percorso continua lungo via Pianiga e, con una svolta a 90 gradi tipica della centuria si congiunge, attraverso la frazione di Veternigo, alla via Balzana e, attraverso varie stradine, al borgo rurale di Castelliviero. Attraversando la careggiata si lascia a sinistra un interessante edificio rurale: il Palazzone. Si percorre una stradina fiancheggiata da scoli d’acqua e da una fitta vegetazione che crea uno scenario di estremo interesse paesaggistico. Si segue poi via Contarini seguendo il sedime di un antico cardo romano e si prende la direzione, dopo alcune svolte, di via Belvedere e quindi si ritorna al punto di partenza situato a Mirano. Tutto l’itinerario, peraltro descritto in un bel pieghevole edito dalla Provincia di Venezia – Settore Politiche Ambientali e curato dagli Amici della Bicicletta,  rappresenta un interessante percorso artistico-naturalistico per conoscere meglio le valenze storiche di un territorio molto vicino a noi e spesso “sottovalutato” dal punto di vista turistico.

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