Valli da pesca eterna disputa
Intervento uscito su TERRA NORDEST il 7 giugno 2011
La richiesta da parte della società “Valle Zappa sas” di attivare subito la privatizzazione dell’omonima valle da pesca insita nella laguna di Venezia sfruttando quanto previsto in un allegato del recente provvedimento governativo Milleproroghe, riaccende nuovamente la secolare disputa sulla demanialità delle valli da pesca.
La Società infatti ha depositato attraverso il proprio legale Ivone Cacciavillani, un ricorso a Tar affinché lo Stato avvii al più presto la “confinazione delle valli arginate”prevista dalla nuova norma. Ovvero: “la ricognizione limitatamente ai terreni agricoli e alle valli da pesca della laguna di Venezia, dei compendi già di proprietà privata in quanto costituiti da valli arginate alla data di entrata in vigore dell’articolo 28 del codice della navigazione”. Qualora il Tar non sollevasse obiezioni, la proprietà delle valli verrebbe assegnata alle grandi famiglie che attualmente le gestiscono in concessione pubblica come Riello, Zacchello, Marzotto. Le valli da pesca sono strutture produttive presenti da secoli in laguna e occupano una superficie complessiva di 90 Km quadrati. All’indomani dell’alluvione del 1966 sono tornate alla ribalta in relazione al loro possibile ruolo negativo sul regime idraulico della laguna. Si è accesa la disputa sulla loro demanialità e, di conseguenza, sulla opportunità di aprirle al flusso della marea in quanto, secondo una parte degli ambientalisti, tale azione comporterebbe una riduzione dei colmi di marea. Recentemente alcuni studi, come ha ricordato nel suo recente libro dedicato all’idraulica lagunare Luigi D’Alpaos, hanno dimostrato come tale riduzione sia poco apprezzabile e insostenibile dal punto di vista ingegneristico. Mentre, in accordo in questo caso con una parte di naturalisti, le valli da pesca andrebbero considerate in un disegno più ampio di tutela ecologica, recupero e conservazione morfologica, in un ottica di ricostruzione di quei caratteri ambientali tipici delle zone di transizione fra terra e mare.


