Intervento uscito su TERRA NORDEST il 28 giugno 2011

Dopo il successo con il libro “L’acqua (non) è una merce”, Luca Martinelli, giornalista e redattore del mensile Altreconomia, torna il libreria con un altro interessante lavoro “Le conseguenze del cemento” (Altraeconomia Edizioni, pag. 174, costo 14 euro). Il volume verrà presentato il 29 giugno a Venezia, ore 17.30 presso il chiostro di San Lorenzo, Castello, Centro Civico, su iniziativa dei Vas e del Wwf locale.

Il volume rappresenta un’inchiesta durata tre anni di lavoro sul campo fra speculazioni, interessi, paesaggi deturpati da ruspe e colate. Il libro descrive con crudezza il saccheggio del panorama e delle nostre bellezze paesaggistiche, ne spiega le motivazioni, gli interessi in campo e, senza timori, individua anche le responsabilità, nome per nome. Tutta l’Italia è sconvolta dalla cementificazione, nessuna regione risulta esclusa, neppure il Veneto. D’altronde come scrive nell’introduzione al volume Pietro Raitano, direttore di Altraeconomia, “la filiera del cemento prospera in questo Paese perché ci sono dei costi che non vengono contabilizzati. Questi costi sono devastazione del paesaggio, saccheggio delle risorse, rischi finanziari, inquinamento dell’aria e del territorio, peggioramento della qualità della vita, nostra e dei nostri figli”. Con un linguaggio prettamente giornalistico e di inchiesta, in modo chiaro e avvincente, Martinelli ci racconta la cementificazione in atto nel territorio italiano e nel Veneto. Così nel suo amaro racconto, Martinelli ci porta  a conoscere la storia del progetto di cava che interessa la frana di Brustolè, sul monte Priaforà, nell’alto vicentino. Una cava “mascherata” venduta per mettere in sicurezza la zona ma in realtà per poter vendere gli inerti. Un cava che non si trova in alcun Piano regionale delle attività estrattive. Altra cava indagata è quella di Morganella nel trevigiano vicino a Paese, “la più grande cava d’Italia a falda affiorante”. Poi passiamo nel Bellunese, precisamente nei comuni di Quero e Alano di Piave, dove combattivi comitati si oppongono a due progetti: una cava di marmo da cemento e una miniera di sali magnesiaci.
Dopo pagine e pagine di saccheggio e distruzione ambientale, c’è il rischio di essere presi davvero dallo sconforto ma Martinelli, per fortuna, ci ricorda verso la fine del suo lavoro la presenza attiva, forte e trasversale, dei comitati cittadini e ambientalisti che si oppongono con forza e motivazione agli scempi del loro territorio: una speranza di cambiamento che l’autore vuole sottolineare.