Intervento uscito su TERRA il 21 maggio 2011
Le etichette dei prodotti agroalimentari dovrebbero permettere al consumatore di scegliere tra un’offerta ampia, in base ai propri gusti e alle proprie credenze. Renderle sempre più trasparenti è l’obiettivo di chi vuole valorizzare i prodotti di qualità e vuole consentire una reale libertà di scelta.
Il percorso istituzionale, in Italia e in Europa, negli ultimi anni sta portando in questa direzione, anche se la strada da fare è ancora lunga e irta di ostacoli.
In Europa è stato molto accesa la discussione sulle norme relative alla etichettatura dei prodotti contenenti Ogm oppure ottenuti a partire da Ogm (per il momento la legge prevede che al di sotto della soglia dello 0,9% non sia obbligatorio dichiarare la presenza di Ogm, nemmeno per i prodotti biologici).
Negli ultimi mesi va ricordato lo scontro tra Consiglio, Parlamento e Commissione Europea sull’etichettatura dei prodotti derivanti da animali clonati. Inoltre, tra pochi mesi, è prevista la discussione di un Regolamento europeo che stabilisca regole generali per l’indicazione dell’origine delle materie prime utilizzate nel settore agroalimentare. In questo contesto, VAS (Verdi Ambiente Società) ha deciso di dedicare la VI edizione della Giornata Nazionale Mangiasano (21 maggio) alla proposta dell’ “etichetta etica”, dedicando più di 50 iniziative in tutta Italia a questo tema. “L’obiettivo di questa manifestazione, spiega Simona Capogna Co-Vicepresidente Nazionale dei Vas e responsabile della campagna Mangiasano, è quello di far comprendere che la trasparenza delle etichette è prima di tutto un fatto culturale, di mutamento della percezione del pubblico e dei comportamenti sociali. Basti pensare che molti dei progressi legislativi in questo ambito sono stati ottenuti come conseguenza di scandali alimentari. Lo shock del pubblico per la mancanza di garanzie sanitarie sul cibo, ha determinato uno spostamento netto e improvviso dei consumi evidenziando una modifica della percezione e del comportamento dei consumatori. A questo punto sono state fatte degli “aggiustamenti” alle normative per aumentare la trasparenza delle informazioni. VAS vorrebbe proporre un’etichetta trasparente positiva che fa cultura, aumentando la consapevolezza dei consumatori sulla relazione tra ambiente, agricoltura e salute”. In questa direzione va il dispositivo in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari approvato all’unanimità qualche mese fa dalla Commissione agricoltura della Camera, dispositivo apprezzato da molti operatori del settore come risultato di un lungo cammino per garantire la trasparenza e tutelare le aziende nazionali dalla concorrenza, spesso sleale, internazionale. Tuttavia un giudizio complessivo sulla norma, da parte soprattutto delle aziende agricole, potrà essere dato solamente quando sarà completa, e oggi non lo è, la lista dei prodotti soggetti agli obblighi di legge che deve essere redatta dal Ministero delle politiche agricole e che, si teme, sarà frutto di un compromesso con la Comunità europea che vaglierà la stessa legge. E in merito a tutto questo, il consumatore è attento e preparato ? “Essendo un’azione culturale, afferma Capogna, i tempi di risposta devono essere immaginati sul lungo periodo. Tuttavia, abbiamo già la conferma sul fatto che i consumatori prestano sempre più attenzione a ciò che portano sulle proprie tavole. Uno studio europeo denominato Flabel (Labelling to Advance Better Education for Life), un progetto di ricerca finanziato dall’UE con 2.8 milioni di euro, ha indagato dal 2008 il comportamento dei consumatori in 27 paesi e ha evidenziato un graduale aumento dell’attenzione e sensibilizzazione da parte dei consumatori”. D’altra parte “se non ci fosse un interesse economico importante, chiude l’esponente dei VAS, le lobby dell’agroalimentare non impiegherebbero così tanti mezzi e forze per bloccare il processo di trasparenza che noi, a partire da questa iniziativa nazionale, auspichiamo possa rafforzarsi”.