Lotta all'Inceneritore nella bassa padovana
Intervento uscito su TERRA venerdì 13 novembre 2009
E’ allarme nella bassa padovana. Da tempo si discute intorno alla proposta, sponsorizzata dal Sindaco del Comune di Sant’Urbano, in quota UDC, di costruire un nuovo inceneritore a ridosso di una discarica da tempo presente nel comune padovano. Tale proposta in questi giorni è diventata più concreta scatenando la protesta di vari comitati cittadini e delle associazioni ambientaliste.
Il "Piano di tutela e risanamento dell'atmosfera", strumento programmatico di Settore varato dalla Regione Veneto, individua l’area della Bassa Padovana, in particolare l’area fra i Comuni di Este e Monselice, tra le più inquinate del Veneto e bisognose spesso di specifici interventi di bonifica ambientale.
Nell'arco di pochi Km quadrati sono concentrati tre cementifici, la discarica regionale di Sant'Urbano, la discarica e l'impianto di trattamento rifiuti di Este - Ospedaletto Euganeo, un impianto di trattamento delle ceneri provenienti da inceneritori, un cogeneratore ad olio e distilleria nella zona del Conselvano, un impianto a biogas con reflui animali e mais. Inoltre, negli ultimi tempi, sono state presentate decine di domande per impianti di cogenerazione a biomasse (Tribano, Bagnoli, Piacenza d'Adige per citarne alcuni) e per l'incenerimento di pollina (Carceri, Ospedaletto, Monselice, Este, Vighizzolo, Villa Estense) verso i quali si sono mobilitati molti amministratori e migliaia di cittadini. In un territorio già così compromesso, si aggiungono ora due ulteriori progetti impattanti, ovvero l’uso del CDR (combustibile derivato da rifiuti) nella 3 cementerie, trasformandole, di fatto, in veri e propri inceneritori e la costruzione infine dell’inceneritore contestato di rifiuti solidi urbani nei pressi della discarica di Sant'Urbano. Ora il Comitato “No reflui speciali” di Sant’Urbano, il Comitato popolare “lasciateci respirare” di Monselice e Conselve, i Comitati “No fly zone” di Carceri ed Este, il Comitato “Altrambiente e salute” di Ospedaletto Euganeo, “Legambiente” Este, il Comitato “Salute e ambiente” di Tribano e l’Associazione “Il Moraro” di Bagnoli, hanno deciso di opporsi a questo ennesimo attacco al territorio e alla salute dei cittadini. Lo fanno anche con attenzione, non opponendosi pretestuosamente ai progetti, ma dimostrando che esistono soluzioni alternative meno pericolose all’inceneritore e che l’emergenza rifiuti, se si avrà, potrà essere evitata rafforzando le politiche di riduzione, riciclaggio e riuso dei rifiuti, come molti comuni veneti insegnano. Francesco Miazzi, ambientalista e tra gli animatori della rete dei comitati della bassa padovana, conferma la contrarietà all’impianto “pensiamo che non ci sia nessuna emergenza rifiuti e che sia possibile aumentare ulteriormente la differenziata, il riciclo ed il riuso e che si possa adottare come modello il percorso "rifiuti zero". Inoltre l’inceneritore, continua Miazzi, “è fortemente osteggiato dai comitati e da molti amministratori confinanti, anche leghisti. Ora la mobilitazione sta cercando un'alleanza con il mondo agricolo che in zona ha prodotti di buona qualità ed è pertanto interessato alla tutela del territorio che vuol dire anche tutela della qualità dei prodotti tradizionali”. La mobilitazione, fra manifestazioni ed incontri con relatori esperti in campo scientifico, continua.
Ultimo aggiornamento ( Martedì 17 Novembre 2009 21:09 )


