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"Serbatoi di biodiversità"

 Intervista uscita su TERRA NORD EST il 21 settembre 2010

1. Le tegnùè rappresentano un grande “serbatoio” di biodiversità per l’Alto Adriatico?
Assolutamente sì. Si tratta di biotopi rocciosi in fondali altrimenti monotoni sabbioso/fangosi. Aree di riproduzione, accrescimento e pascolo per numerose specie marine e zone di protezione naturale dalla pesca a strascico. Ricerche da noi condotte con ARPAV su diversi affioramenti al largo delle coste venete hanno portato all’identificazione di quasi 200 specie, con valori di biomassa per unità di superficie fra i più alti del Mediterraneo.

2. I cambiamenti climatici in atto, oggi al centro di molti studi internazionali, come si manifestano sulle specie marine tipiche dell’Alto Adriatico ?
Il Golfo di Venezia rappresenta l’estremità più settentrionale dell’Adriatico, un mare stretto ed allungato, che spingendosi verso Nord raggiunge le latitudini più elevate del bacino Mediterraneo.  In quest’area si sono sviluppati endemismi o diffusioni relitte di specie ad affinità Atlantica, più fredda di quella tipica delle specie Mediterranee, specie che al termine dell’ultima glaciazione, al ritirarsi dei ghiacci, hanno trovato in quest’area all’estremo Nord del Mediterraneo, rinfrescata da numerosi fiumi alpini e dalla stessa influenza termica e pluviometrica delle alpi, insieme a periodici venti freschi da NordEst, l’ultima zona di sopravvivenza su cui ritirarsi. Si tratta ad esempio del mollusco Littorina saxatilis e dell’Alga Bruna Fucus virsoides, la cui distribuzione è limitata alla zona costiera che va da Trieste al Po. E’ chiaro che fenomeni di riscaldamento delle acque porterebbero, prima ancora della risalita di specie termofile dai bacini Meridionali del Mediterraneo verso Nord, alla scomparsa di queste specie, evidentemente sensibilissime ad un aumento delle temperature ambientali. Sono quindi specie importantissime, non solo per la loro storia biogeografia ma per la loro funzione di sentinella dei cambiamenti climatici in atto.

3. Sono presenti delle specie aliene nell’Alto Adriatico ? Magari riscontrate proprio fra questi affioramenti rocciosi denominati  Tegnùè?
Le specie alloctone nel Alto Adriatico sono ormai molte, alghe, molluschi, crostacei, anellidi, briozoi, spesso di origine lessepsiana (Indopacifiche passate attraverso il mar Rosso), talvolta introdotte volontariamente o meno dall’uomo con traffici marittimi o con l’acquacoltura. E aumentano continuamente, con conseguenze sulle popolazioni indigene molto difficilmente valutabili, ma spesso pesanti.

4. Pochi giorni fa avete presentato come Museo di Storia Naturale, in collaborazione con Arpa Veneto, un pieghevole sulle tartarughe marine. Di cosa si tratta ? Ci sono davvero diverse tartarughe nel mare Adriatico?
Si tratta di un primo materiale divulgativo, volto proprio ad illustrare i risultati delle ultime ricerche su questi animali nel nostro mare, a cui il Museo ha partecipato raccogliendo  moltissimi dati. Si è infatti scoperto che durante il periodo estivo, le acque basse dell’Alto Adriatico, riscaldandosi velocemente ai valori massimi per il Mediterraneo, e ricchissime di nutrimento per la fisiologica eutrofia di queste aree, richiamano moltissimi esemplari giovani di tartaruga marina che risalgono dalle zone più meridionali. Sembra infatti accertato che l’Alto Adriatico costituisca una delle zone più importanti per l’accrescimento dei giovani di Caretta caretta dell’intero Mediterraneo. Durante l’autunno poi, al raffreddarsi delle acque, i giovani esemplari tornano a ridiscendere nelle aree di provenienza, dove sono localizzati anche i siti di nidificazione, per svernare. Si tratta quindi di tutelare questi animali in una fase delicatissima della loro vita, quando hanno già superato la selezione che li ha decimati dalla nascita alla fine della loro fase pelagica. Una scoperta che colloca questi animali a pieno titolo come una delle specie tipiche ed importanti, anche se stagionalmente, per il nostro mare.


Intervista a Luca Mizzan, biologo marino, Direttore del Museo di Storia Naturale di Venezia

 

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