Oasi WWF e LIPU senza soldi
Uscito su TERRA a NORDEST sabato 19 dicembre 2009
Il Lido di Venezia è un “cantiere” ambientale e culturale. Si è avviato il processo di intervento strutturale nell’area dell’ex Ospedale al Mare per un generale recupero polifunzionale, si lavora alacremente per ristrutturare e ampliare la biblioteca comunale e per costruire il nuovo Palazzo del Cinema, opera che dovrebbe rilanciare il Lido nel campo cinematografico ma pure come polo culturale e congressuale di eccellenza.
Ma al Lido esistono pure aree di grande valore naturalistico, aree costiere non ancora devastate dall’intervento dell’uomo, una rarità purtroppo nell’alto adriatico. Un “cantiere” naturalistico sarà presto aperto grazie al lavoro congiunto di Magistrato alle Acque di Venezia, Comune di Venezia attraverso l’assessorato all’ambiente, Municipalità del Lido e Pellestrina. Nella zona di San Nicoletto, l’omonima pineta area SIC-ZPS, sarà interessata a breve da un intervento di restauro e valorizzazione ambientale a cura dei Servizi Forestali Regionali con fondi dell’assessorato all’ambiente del Comune di Venezia. Con finanziamenti del Magistrato alle Acque, su progetto elaborato dall’osservatorio naturalistico del Comune di Venezia, anche l’area dunale di San Nicoletto, precisamente la parte antistante la zona di cantiere del Mose alla bocca di porto, verrà interessata da un progetto di valorizzazione ambientale con diversi interventi che riguarderanno una regolamentazione dell’accessibilità motorizzata alla zona, la sua salvaguardia, la chiusura di specifici sentieri e la riapertura di altri nell’ottica di un turismo culturale e ambientale sostenibile. Sentieri, aspetto molto importante, che saranno attrezzati pure per consentirne una fruibilità piena ai disabili e ai non vedenti, nell’ottica di una cultura del territorio aperta e moderna. Se, a tutto ciò, aggiungiamo l’inaugurazione recente a Malamocco e Pellestrina di due centri di educazione e vera e propria “cultura” ambientale legati alle Tegnue, affioramenti rocciosi ubicati in mare in prossimità della costa veneta ed esempi importantissimi di biodiversità marina, c’è davvero da essere soddisfatti. Purtroppo proprio quando le amministrazioni sembravano aver capito l’importanza, anche economica, di un rapporto corretto con le risorse naturali e ambientali del proprio territorio, il Comune di Venezia porterà entro la fine del mese al voto un bilancio che prevede di dimezzare i fondi, da 140.000 a 70.000 euro, necessari alla gestione delle oasi naturalistiche degli Alberoni (Lido) e di Ca’Roman (Pellestrina) da sempre date in concessione al WWF e alla LIPU. Fondi che servono alle associazioni per la gestione e pulizia dell’arenile, controllare le zone naturali, finanziare progetti di ricerca culturale e didattica, pagare il personale, far girare insomma una “economia verde” che guarda alla salvaguardia del territorio, alle professioni “verdi”, al turismo ambientale e durevole. Paolo Perlasca del WWF veneziano e responsabile dell’Oasi lagunare di Valle Averto, storce il naso preoccupato “con tutti i soldi della Legge Speciale che vengono spesi in decine di progetti non sempre condivisibili, possibile che non si trovino fondi per tutelare le ultime aree costiere veneziane non ancora cementificate?”. Lo sapremo entro la fine dell’anno.


