Editoriale....sicurezza alimentare
Editoriale uscito sul n. 4-2008 della rivista Verde Ambiente - Speciale Nordest
Come ha ricordato recentemente dalle pagine di Repubblica in un articolo-appello Carlo Petrini, dal 1 gennaio 2009 il nuovo regolamento comunitario per il biologico entrerà in vigore equiparando l’agricoltura biologica a quella convenzionale per quel che riguarda la contaminazione accidentale da Ogm. La Commissione europea ha infatti clamorosamente deciso che la soglia della contaminazione tollerata è dello 0,9, come per il convenzionale, quindi da Gennaio 2009, ricorda Petrini, l’equazione biologico=non trasgenico non sarà più vera.
Nel frattempo veniamo a sapere che gli Ogm possono avere effetti negativi sulla salute umana e in particolare possono ridurre la fertilità. A dimostrarlo una ricerca dell'Agenzia austriaca per la salute e la sicurezza del cibo, che ha testato sui ratti una varietà di mais geneticamente modificato (Monsanto NK603 x MON810). Una prova che dovrebbe essere sufficiente a consentire l'applicazione del principio di precauzione, facendo tornare tutti con la testa sulle spalle, anche quelli che hanno investito tanto nella ricerca biotech e che ora si aspettano un ritorno economico.
E invece in Italia si fanno passi avanti per portare la sperimentazione di Ogm in campo aperto. Vite, melanzana, ulivo, fragola, ciliegia, kiwi, questi i primi prodotti che dovrebbero essere testati nei campi sperimentali. In merito anche il Ministro all’agricoltura Zaia si è detto favorevole. Ma se consentire la sperimentazione non significa aprire agli Ogm o consentirne la coltivazione, allora a cosa serve? E soprattutto a chi serve? Se lo chiedono gli ambientalisti del VAS che con il loro ufficio sulla biosicurezza da sempre seguono questi temi e lanciano campagne e progetti nazionali importanti come il “Mangiasano”. Per VAS i rischi vengono "scaricati" su tutti i cittadini (compresi i costi delle contaminazioni), mentre i benefici sarebbero spartiti tra pochi gruppi economici e laboratori di ricerca. Si investono soldi per creare nuove varietà biotech, brevettate e potenzialmente dannose per l'uomo e l'ambiente, mentre si continua a lamentare una scarsità di risorse per sostenere un'agricoltura ecologica. Questa contraddizione dovrebbe essere risolta se vogliamo costruire un futuro sostenibile e tutti dovrebbero contribuire a risolvere la perdita di biodiversità e di incentivare l'agricoltura biologica e locale.
Ma come nel settore energetico, con il prepotente ritorno in Italia del pericoloso e poco economico nucleare, anche nel campo agricolo il clima sta cambiando, e in modo negativo. La forza delle multinazionali e di vari interessi spingono per la diffusione degli OGM anche nei nostri territori, magari partendo proprio dalla sperimentazione in campo aperto, e trova un ambiente politico molto più accondiscendente.
In questo clima, dedichiamo il numero dell’inserto di “Speciale nord-est” all’agricoltura pulita, all’altraeconomia, a un modo diverso, consapevole e sostenibile, del commercio e del produrre. Spazio quindi alle iniziative come “Km zero” di Coldiretti o “Mangiasano” dei VAS, spazio soprattutto a quel mondo vivo e forte fatto di cooperative, di associazioni, di gruppi di acquisto solidale, che non intendono arrendersi a queste logiche economiche globali.
Ultimo aggiornamento ( Venerdì 27 Marzo 2009 15:37 )


