Home Articoli responsabili 2008 L'ambiente è un segreto di stato

L'ambiente è un segreto di stato

Uscito sul settimanale Carta - Estnord n. 20 - 2008

La Laguna di Venezia e il suo entroterra sono al centro di numerosi interventi, più o meno impattanti sul territorio, più o meno condivisi dalla popolazione locale, che comunque anche recentemente, vedi “l’Accordo Moranzani” per la riqualificazione dell’area di Marghera-Malcontenta, di cui si è già parlato all’interno di questa rubrica, hanno avuto una ampia e pubblica discussione e hanno visto la popolazione partecipe delle decisioni attraverso il modello condiviso di Agenda 21 Locale. Molti altri progetti, alcuni anche di grande portata, sono previsti nel prossimo futuro, pertanto non può non preoccupare la denuncia lanciata da alcune associazioni ambientaliste, in primis da Italia Nostra,  in merito a uno degli ultimi provvedimenti di Romano Prodi (il DPCM, 8 aprile 2008, pubblicato nella gazzetta ufficiale del 16 aprile 2008) dove il cessato governo ha approvato il regolamento che detta i criteri per l’individuazione delle notizie, delle informazioni, dei documenti, degli atti, delle attività, delle cose, dei luoghi suscettibili di essere oggetto del segreto di stato. Con sorpresa e preoccupazione si apprende che tra le materie di riferimento cui potrà essere esteso il segreto di stato sono compresi (al punto 17 dell’allegato) anche gli impianti civili per produzione di energia ed altre infrastrutture critiche. Con la conseguente soppressione delle stesse garanzie assicurate dalla disciplina della valutazione di impatto ambientale.
Con le presunte ragioni della salvaguardia dei supremi ed imprescindibili interessi dello stato, il Presidente del consiglio dei ministri, anche con sua autonoma determinazione, potrà dunque apporre il segreto di stato su ogni informazione, e perfino luogo, attinente ad ogni grande opera controversa, in questo senso critica (una centrale elettrica, una infrastruttura autostradale o di alta velocità ferroviaria, lo stesso ponte di Messina e altro), e così escludere la partecipazione dei cittadini a decisioni  fondamentali che incidono direttamente sui modi di vita della comunità civile e che nulla hanno a che vedere con le esigenze di difesa dello stato.
Al lettore lascio il giudizio.

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