Intervento uscito su TERRA il 19 luglio 2011
Ogni estate torna alla ribalta il problema del traffico veicolare in montagna, traffico caotico che paralizza le principali e più conosciute vallate alpine del triveneto (Zoldana, Cadore-Ampezzo, Fassa, Pusteria solo per citarne alcune) ma recentemente accende il dibattito anche la proposta avanzata da più parti soprattutto in Alto Adige di chiudere i passi dolomitici (o di mettere un pedaggio) al transito delle auto almeno di giorno.
Proposta che piace agli amanti della tranquillità delle vallate dolomitiche ma che viene nel contempo contestata dagli operatori turistici già in difficoltà negli ultimi anni per la diminuzione delle presenze turistiche in quota. Il portale nuovocadore.it sempre attento alle dinamiche alpine, ha pubblicato un intervento di Luigi Casanova portavoce di Mountain Wilderness Italia destinato a riaccendere il dibattito in merito. Scrive Casanova: “Chiudere i passi dolomitici al transito diurno delle auto e delle moto non è questione elitaria. Chi ama la montagna, chi la desidera vivere nell’intimità, nelle tante emozioni che riesce a trasferire sa che uno sguardo gettato sui tre piani di lamiere sotto le Tre Cime di Lavaredo rompe, con violenza inaudita, un incantesimo. Chi vuole ascoltare il fischio delle marmotte o il sibilo dei fringuelli di monte non può sentire confondere questi suoni con il rombo violento dei motori delle moto o del passaggio continuo di auto. Chi sale in bicicletta lungo i tanti tornanti non può venire investito dalle emissioni di migliaia di motori”. L’associazione ambientalista, attraverso il suo portavoce, critica anche il Segretario della Fondazione Dolomiti Unesco non molto convinto sulla necessità della chiusura dei “passi dolomitici”: “qualunque persona dotata di attenzione e cultura fino ad ieri era convinta che Dolomiti patrimonio dell’UNESCO dovesse investire in questi valori, non nel favorire la confusa invasione di massa di spazi tanto delicati e fragili. Ci sono altri aspetti che sfuggono al Segretario della Fondazione Dolomiti UNESCO (noi speriamo abbia sempre parlato solo a titolo personale…). Il gruppo del Sella ed il Sassolungo, scandalosamente, sono stati lasciati fuori dal patrocinio UNESCO, il segretario quindi non ha alcun titolo, se non quello di cittadino comune, di esprimere le opinioni ed i giudizi sulle persone e scelte politiche che ha espresso. Non solo, non spetta al Segretario decidere la linea politica e le scelte di indirizzo dei piani di gestione dei nove siti patrimonio naturale dell’UNESCO, ma è compito diretto dei membri del Consiglio d’amministrazione della Fondazione, cioè dei politici e ovviamente, lo speriamo, della società civile e dei cittadini che le Dolomiti le vivono. In tutte le Alpi amministrazioni comunali e regionali ormai da anni stanno attuando politiche di disincentivazione all’uso dell’auto privata investendo nel trasporto pubblico, in ferrovie moderne, nel trasporto funiviario. Possibile che proprio in Dolomiti non riusciamo a costruire un progetto pilota di grande innovazione, efficace, un reale servizio ai cittadini e agli ospiti turisti, che permetta a tutti noi di abbandonare progressivamente l’uso dell’auto?”.
Ultimo aggiornamento ( Martedì 19 Luglio 2011 06:58 )