Sanità veneziana alla deriva
Questo intervento è uscito sul settimanale Carta online www.estnord.it il 7 maggio 2009
Quello che sta succedendo a Venezia e nelle sue principali isole, nel campo sanitario, merita sicuramente un approfondimento. Infatti l’azienda sanitaria ULSS 12 presieduta dal Direttore Antonio Padoan, di nomina regionale e molto vicino al Governatore Galan, sta passando alla storia come fra le “peggiori” esperienze di conduzione sanitaria degli ultimi anni. E, va la pena ricordarlo, non è che i direttori precedenti avessero eccelso in questo campo. Malgrado che al nome di Padoan sia legata la costruzione del nuovo Ospedale “All’Angelo” di Mestre, avveniristica costruzione che dovrebbe essere ricordata per l’eccellenza in campo medico, ma che ora occupa le pagine dei giornali più per i disservizi che per i servizi offerti, la sua esperienza sta generando un malcontento generale e un fiorire di comitati in difesa della sanità pubblica nella città storica, in terraferma e soprattutto nelle isole.
Il perché è semplice: pian piano il direttore Padoan sta eliminando e depotenziando molti servizi sanitari sia all’ospedale Civile di Venezia che, soprattutto, nel Distretto socio-sanitario n. 2 di Venezia, Cavallino ed isole, Distretto che ha sede al Lido di Venezia. I motivi sono semplicemente quelli di far quadrare i conti del bilancio, in un momento di tagli e pochi investimenti in questo campo da parte della Giunta regionale, e Padoan in questo campo è molto bravo. E’ opportuno ricordare che parecchi anni fa era presente nel territorio veneziano un altro ospedale, l’Ospedale al Mare localizzato al Lido di Venezia in un sito molto bello e ambientalmente di valore, in località San Nicoletto e sulla spiaggia. L’Ospedale al Mare per motivi di natura economica, fra diffuse proteste della popolazione locale, era stato chiuso negli anni ‘90 dall’azienda sanitaria locale con la promessa del potenziamento di tutta una serie di servizi per le isole attraverso la valorizzazione del Distretto socio-sanitario. Distretto che rimaneva nella vecchia sede dell’Ospedale al Mare in strutture fatiscenti mentre il resto dei padiglioni dell’ormai ex ospedale venivano abbandonati all’incuria.
Da poche settimane, i servizi socio-sanitari del Distretto sono finalmente concentrati nel restaurato Padiglione Rossi, sempre nell’area dell’ex Ospedale al Mare, più conosciuto come Monoblocco. Tale trasferimento non è stato indolore, ma è figlio di anni di battaglie da parte della comunità locale e delle istituzioni comunali e decentrate che con numerosi documenti hanno chiesto non solo il trasferimento ma anche il potenziamento dei servizi sanitari del Distretto. Contro tale trasferimento, di fatto, si è sempre schierato il Direttore Padoan il quale ha addirittura, a più riprese, impedito alle commissioni consiliari competenti in sanità del Comune di Venezia e della Municipalità del Lido-Pellestrina di poter svolgere dei sopralluoghi istituzionali negli spazi del Monoblocco, restaurati da tempo con fondi pubblici, ma rimasti vuoti per due anni. Il direttore Padoan infatti preferirebbe creare una sorta di “cittadella della sanità” presso l’Istituto San Camillo, struttura sicuramente importante ubicata vicino agli Alberoni, convenzionata per alcuni servizi con l’ASL stessa ma evidentemente non pubblica. Tuttavia, il nostro Padoan, vincolato da quanto scritto nel Protocollo d’intesa firmato dal Ministero per i Beni e le attività Culturali, dalla Regione Veneto, dal Comune di Venezia, dall’Azienda ULSS 12 relativo alla vendita e alla relativa riqualificazione dell’area dell’ex Ospedale al Mare e alla realizzazione del Nuovo Palazzo del Cinema e dei Congressi del Lido di Venezia, dove l’azienda sanitaria da lui diretta si è impegnata a mantenere e potenziare i servizi socio-sanitari esistenti nel litorale anche grazie alle risorse economiche che si renderanno disponibili alla stessa ULSS 12 con l’alienazione dell’area, ha avviato il trasferimento dei servizi sanitari al Monoblocco ma, parallelamente, per non smentirsi, ha autorizzato nuovi tagli nei servizi stessi. Così il Distretto sanitario n. 2 che interessa le isole della laguna e quindi aree per evidenti motivi geografici più disagiate, perderanno il medico rianimatore H 24, vero salva-vita per la comunità, perderanno l’idroambulanza fissa a San Nicoletto, fondamentale per trasporti urgenti da e per l’ospedale Civile di Venezia, perderanno la radiologia, malgrado la presenza di strutture nuove acquisite di recente dall’azienda sanitaria, che verrà trasferita al San Camillo come strategicamente vuole il direttore Padoan e la Giunta Regionale di centrodestra che, con l’assessore alla sanità Sandri, ha ribadito con chiarezza tutte queste scelte contestate dalla popolazione e dai comitati rispondendo in merito ad una preoccupata interrogazione del consigliere regionale verde Gianfranco Bettin. A questi tagli, in un’ottica più generale, si uniscono poi i gravi disservizi offerti dal pronto soccorso dell’ospedale all’Angelo di Mestre a causa delle lunghe attese, come hanno denunciato i partiti di centrosinistra che siedono in Consiglio Comunale di Venezia, o la soppressione della guardia notturna e festiva della divisione di Otorinolaringoiatria all’Ospedale civile di Venezia, altro servizio salva-vita che viene a mancare. La direzione sanitaria dell’ULSS 12 continua a fare queste scelte senza condividerle con le istituzioni locali, Padoan più volte ha ribadito che solo a lui spettano le scelte in campo sanitario e che il Comune e le Municipalità non hanno alcuna competenza in merito. Ad onor del vero, il decreto legislativo n. 229 del 19 giugno 1999 parla esplicitamente di poteri di vigilanza e di controllo per la Conferenza dei sindaci, forse Padoan se ne è dimenticato. Tant’è che oggi, a Venezia, nel campo sanitario, si respira davvero una brutta aria.

Ultimo aggiornamento ( Martedì 21 Luglio 2009 06:35 )


