Intervento uscito sul Gazzettino del 22 ottobre 2010 

La nuova proposta di legge speciale presentata dal Ministro Brunetta al Sindaco Orsoni ovviamente, come ogni proposta o bozza, dovrà essere ampiamente discussa e condivisa con la città partendo dalle Municipalità fino al Parlamento. Non sarà una cosa facile.

Ci vollero infatti quasi sette anni per emanare la prima Legge Speciale n. 171 del 1973, sette anni ricchi di scontri e dibattiti che coinvolsero interamente la comunità veneziana. E anche le prime reazioni a suddetta proposta sembrano proseguire su questa strada. Questa bozza di legge ha sicuramente alcuni aspetti positivi, penso al tema dell’Arsenale, di Porto Marghera, alla istituzione del Distretto idrografico della Laguna di Venezia, ad alcune deleghe specifiche date al Comune, è inoltre una proposta che interviene in modo organico su diversi temi con un intento di superare la settorialità di alcune recenti proposte cercando di fare una sintesi delle problematiche.  Ma devo evidenziare, con intento costruttivo, alcune mancanze nella bozza. Innanzitutto non si parla di città metropolitana, il nuovo ente territoriale che viste le difficoltà che trova nella sua applicazione anche a causa delle incertezze sulle sue funzionalità e sul regime transitorio delineato dalla legge sul federalismo, avrebbe dovuto avere maggiore attenzione in questa bozza legislativa. Poi c’è poco ambiente, e la cosa è un po’ sorprendente. Non si parla in modo esplicito dei siti di interesse comunitario e relativi piani di gestione che andrebbero coordinati con i diversi strumenti programmatori. Non compare la parola biodiversità, in una legge che parla della laguna di Venezia appare un po’ paradossale. Il parco della laguna sparisce e non viene menzionato malgrado che nelle diverse proposte di legge depositate negli anni 90 in Parlamento fosse un aspetto importante e ci voleva in merito finalmente il coraggio di osare nell’ottica di uno sviluppo sostenibile, anche turisticamente parlando, della laguna di Venezia. Si parla di turismo sostenibile nella legge ma non si vogliono dare degli “elementi”, oramai presenti in tutto il mondo, per affrontare realmente questo argomento che interessa decine di associazioni, cooperative e intere comunità lagunari. Il fenomeno del moto ondoso non viene affrontato in modo “coordinato”, permangono le frantumazioni delle competenze e non ci sono incentivi per la rottamazione degli scafi  o per incentivare l’uso di mezzi elettrici o a propulsioni meno inquinanti. Infine mentre partono, anche in questo caso finalmente e in grave ritardo, le attività inerenti alla creazione di un piano di gestione del sito “Venezia e la sua Laguna” Patrimonio Unesco dell’Umanità, la bozza sembra dimenticarsi di questo non secondario aspetto. C’è ancora da lavorare, è appunto una bozza. Noi siamo disponibili, se ci verrà richiesto, a dare il nostro contributo.

Giannandrea Mencini
Pres. ass. VAS Venezia e Vicepres. Nazionale Vas

 

Ultimo aggiornamento ( Venerdì 22 Ottobre 2010 12:04 )