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Ancora una fuga di gas a Marghera

Uscito sul settimanale Erba - Giugno 1999 

Ancora una fuga di CVM a Marghera. Martedì 8 giugno alle 20.20 dall’impianto CV22 dell’azienda americana Evc, è fuoriuscita una tonnellata di CVM, il micidiale cloruro di vinile, disperdendosi in atmosfera. Solo sabato 12 giugno però è trapelata la notizia, dopo che i tecnici provinciali dell’ufficio ecologia, inviati dall’assessore provinciale verde Da Villa sul posto per un controllo assieme ai colleghi dell’ARPAV, hanno riscontrato delle anomalie all’impianto. Martedì sera, per circa un’ora e mezza, all’insaputa degli enti locali e delle autorità pubbliche preposte al controllo e alla sicurezza della popolazione, il cloruro di vinile, sostanza sotto inchiesta per opera del giudice Casson nell’ambito del noto processo sul Petrolchimico per le morti sospette di centinaia di operai, ha potuto fuoriuscire liberamente a causa, come recita testualmente il verbale dei tecnici dell’ARPAV, “dell’inadeguata conduzione dell’impianto da parte degli operatori, i quali hanno trascurato un allarme di livello relativo ad una colonna di distillazione”. Altro aspetto grave, risulta il ritardo dell’allarme lanciato dall’azienda alle autorità pubbliche di sicurezza. Il fax inviato dall’Evc a Comune, Provincia, Prefettura, riportava infatti notizie incorrette sia per quanto riguardava l’ora della fuga di gas e sia riguardo le quantità fuoriuscite dello stesso. Il comunicato era talmente scarno di informazioni che non evidenziava nemmeno il reparto dove era avvenuto l’incidente. Il tutto aveva insospettito l’assessore Da Villa che, inviando in sopralluogo i propri tecnici, ha scoperto il grave incidente. Ironia della sorte, solo pochi giorni prima, i responsabili delle aziende più pericolose che operano a Porto Marghera, avevano denunciato in una conferenza stampa i troppi “allarmismi”, a loro avviso quasi sempre ingiustificati, lanciati dagli ecologisti e dalla stessa stampa locale nei riguardi del polo industriale di Marghera “fra i più sicuri in Europa”. Sarà proprio la Commissione Europea, a valutare il rapporto sull’incidente trasmesso a Bruxelles dal direttore generale del Ministero dell’Ambiente Corrado Clini, l’azienda rischia anche la chiusura dell’impianto. Nel frattempo la magistratura, con il giudice Casson in primo piano, ha aperto un’inchiesta sulle responsabilità penali dei dirigenti dell’azienda. Duri i commenti nei confronti dell’azienda da parte del Comune e della Provincia, ma pure i sindacati giudicano “grave” la vicenda e considerano l’Evc “l’immagine di una chimica colabrodo”. Non mancano ovviamente le prese di posizione degli ambientalisti locali, dei verdi, di Legambiente e del circolo veneziano di Vas (Verdi ambiente società), che chiedono a gran voce di sostituire questo tipo di produzione. Pure l’associazione Veneziana della Stampa si prende una rivincita ricordando all’Evc che “il buon giornalismo deve dire la verità”, quello che l’azienda chimica americana dell’Evc non ha fatto.

 

Ultimo aggiornamento ( Venerdì 03 Aprile 2009 15:00 )

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