Home Articoli responsabili 2011 Dolomiti e sviluppo insostenibile

Dolomiti e sviluppo insostenibile

Intervento uscito su TERRA NORDEST il 2 agosto 2011

Dura presa di posizione degli ambientalisti del Wwf friulano contro le previsioni di investimenti sui poli sciistici regionali soprattutto a Pramollo (Carinzia). Così dopo le polemiche nel Veneto per l’ipotesi progettuale dei nuovi impianti da sci a San Vito di Cadore – proposto un collegamento con il comprensorio del Civetta in val Fiorentina, Dolomiti orientali - , si apre anche in Friuli Venezia Giulia la discussione sulla necessità di nuovi investimento “invernali”. In questo caso però non si parla solo di “nuovi” impianti ma di investimenti generali immobiliari da parte di privati.

“Le recenti dichiarazioni del governatore della Carinzia Gerhard Dörfler confermano quello che andiamo dicendo da tempo: l'interesse per la funivia di Pramollo è fondamentalmente austriaco. Austriaci, infatti, sono gli operatori privati che, peraltro, lavorano su base finanziaria offerta dal pubblico italiano: altro che la convinzione espressa dai pontebbani di essere "furbi" nell'agganciarsi parassitariamente ad un polo austriaco già costituito!”.
Così il Wwf del Friuli Venezia Giulia commenta la lettera che il governatore carinziano ha inviato al collega Renzo Tondo, per sollecitare la Regione Friuli Venezia Giulia a dichiarare il progetto Pramollo di pubblica utilità e dare il via alla gara per l´affidamento dei lavori per  investimenti immobiliari nell´ambito del project financing.
“Dörfler – attacca il Wwf – ammette candidamente che un polo sciistico non è più in grado di sostenersi autonomamente, senza disporre di un adeguato numero di posti letto: drammatica ammissione di sviluppo ipertrofico a proposito del quale si ricordi ancora una volta quanto affermato nello studio dell’Università di Udine sull'opportunità di investimenti addizionali. La realtà è che gli impianti divorano se stessi e sono economicamente insostenibili: nessun livello di utilizzo (prevedibile in condizioni di mercato e climatiche date) può compensare il costo iniziale né fronteggiare i costi di gestione di seggiovie, skilift, piste”.
Per tenere in piedi l’abnorme investimento richiesto dagli impianti di risalita, questo in sostanza il ragionamento dell’associazione, si sacrifica la montagna al business immobiliare.
Un discorso che non vale solo per Pramollo ma anche, ad esempio, per Forni di Sopra (Udine): qui Promotur, che gestisce un comprensorio sciistico ha appena deliberato lo stanziamento di 12 milioni di euro per l´impianto di risalita che collegherà la Mauria al Varmòst e che si abbina alla costruzione di un nuovo complesso turistico da 400 posti letto. “La strategicità del ruolo immobiliare – afferma il Wwf - si conferma a Forni di Sopra dove la Regione è chiamata, in un ruolo subalterno, a fornire ragioni di appetibilità ad un investimento privato in alberghi, residence ecc. Investimento privato che – si ricordi - già a suo tempo era stato garantito dalla vecchia Giunta Illy con promessa di investimento pubblico in pista e impianti, in cambio dell'acquisto da parte del privato stesso degli immobili della ex colonia Oda”.
Sto leggendo
Banner
Notizie flash

 -