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Acqua bene comune in pericolo nel Friuli Venezia Giulia

Intervento uscito su TERRA NORDEST IL 18 OTTOBRE 2011

Malgrado la vittoria referendaria, il pericolo sulla privatizzazione dell’acqua rimane quanto mai attuale soprattutto in Friuli Venezia Giulia.
Un nuovo “appello per una gestione dell’acqua pubblica, partecipata e sostenibile” è stato lanciato in questi giorni dal Comitato referendario friulano “2 Si per l’acqua bene comune”, che chiede alla Regione di rispettare l’esito del voto referendario e rivedere il testo del disegno di legge regionale in materia di risorse idriche in fase di elaborazione, che rischia di reintrodurre la privatizzazione respinta dai cittadini.


“A poco più di 3 mesi dalla straordinaria vittoria democratica del SI al referendum” – afferma Massimo Moretuzzo del Comitato referendario 2 Si per l’acqua bene comune –, quando dei 565.000 cittadini del Friuli Venezia Giulia (58% di affluenza che si sono recati alle urne) circa 530.000 hanno detto un chiaro e netto SI per l’acqua pubblica e la sua gestione fuori dal mercato e dai profitti, la gestione del servizio idrico del Friuli Venezia Giulia rischia di essere sottratta al controllo diretto dei Comuni e alla partecipazione dei cittadini, per essere consegnata a società private”.
“La Giunta Regionale” – prosegue Michele Negro dello stesso Comitato – “ha approvato lo scorso 9 settembre un Disegno di Legge, peraltro non ancora reso pubblico nemmeno ai Consiglieri regionali, in cui mette in capo alle Province (la cui stessa esistenza è ora messa in discussione) la gestione dell’acqua e privilegia l’affidamento del servizio attraverso le regole del mercato. Questo avviene in totale disattesa della volontà popolare e dei recenti pronunciamenti della Corte Costituzionale, che ha sancito l’abrogazione delle norme a cui la Giunta fa riferimento. Noi abbiamo reso pubblico il testo della legge (sul blog http://perlacqua.wordpress.com ), condividendo anche lo posizione contraria di ANCI regionale, denunciando l’operazione truffaldina con cui questa Giunta vorrebbe far rientrare dalla finestra ciò che i referendum hanno abrogato, cancellando così la volontà popolare”.
 “E’ per questo” – aggiunge Marco Iob, ancora a nome del Comitato referendario – “che i movimenti, le associazioni e i comitati di cittadini che si sono impegnati nella Campagna referendaria, riprenderanno la mobilitazione e lanciano oggi questo “Appello per una gestione dell’acqua pubblica, partecipata e sostenibile” cui tutti i cittadini possono aderire, firmando l’appello on-line dal blog http://perlacqua.wordpress.com. Chiediamo alla Regione di rivedere il disegno di legge regionale sulla base delle "linee guida" contenute nell'Appello e che delineano in cinque punti una normativa coerente con l’esito referendario nell’ottica di una gestione totalmente pubblica, della riduzione degli sprechi e della tutela del diritto di tutti all’acqua.
In prima fila nella battaglia in difesa della gestione pubblica si schiera anche il Comitato “Aghe di Mont”, rappresentato da Franceschino Barazzutti, il quale ribadisce “l’indisponibilità dei cittadini e dei Comuni della Carnia a cedere la propria sovranità sull’acqua, da sempre patrimonio fondamentale delle comunità di montagna, che attorno all’acqua hanno costruito la propria cultura e le regole della convivenza civile”.
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