Alla scoperta di Gorizia la bella
Intervento uscito su TERRA NORDEST il 12 ottobre 2010
L’ufficio del Turismo della Regione Friuli Venezia Giulia ha intrapreso delle politiche volte a valorizzare le bellezze, spesso poco note o nascoste, della propria Regione. Con diversi strumenti comunicativi, la Regione invita a visitare aree non sempre gettonate dal turismo di massa. La promozione della città di Gorizia dal punto di vista turistico va in questa direzione.
L’itinerario proposto dalla Regione e che noi riportiamo interamente può iniziare alternativamente da Corso Italia, dove sorge Villa Vervega definita frutto di un progetto “sconcio e irreparabile” dalle istituzioni ottocentesche, da via Angiolina, strada che ricorda un grande amore passato, oppure da viale Trieste dove si può scorgere quella che fino al 1958 era una famosa casa di appuntamenti. Percorrendo le vie di Gorizia ci si rende subito conto del perché viene chiamata “città giardino” e del perché fu scelta come residenza dalla ricca borghesia asburgica. Per chi invece volesse ammirare un edificio unico nel suo genere e che richiama una decorazione molto diffusa nel mondo austroungarico, può recarsi al numero 18 di via Santa Chiara: la Palazzina de’ Grazia è una villa con pareti esterne completamente decorate a stucco, con armoniose volute che si accompagnano a decorazioni floreali, mascheroni e putti. Fulcro del viaggio alla scoperta dei segreti di Gorizia è Piazza Vittoria, uno dei luoghi simbolo della città. Piazza Vittoria è il salotto della città, opera dell’architetto goriziano Nicolò Pacassi. Nella memoria dei goriziani rimangono bene impressi alcuni vecchi edifici, ora demoliti, che sorgevano in quei luoghi e che potrebbero raccontare storie di un violento passato. La caserma di fanteria, per esempio, era stata una macchina da guerra che, allo scoppio del primo conflitto mondiale, fece arruolare un gran numero di soldati: il reclutamento era crudele e improvviso, venivano infatti posti dei cordoni ai due capi del Corso e chiunque si trovasse sul marciapiede veniva fermato e condotto in caserma per poi essere arruolato alla frontiera polacca. Da Piazza Vittoria l’itinerario può proseguire lungo via Rastello, una delle strade più antiche della città. Di notte, per evitare ingressi sgraditi, in questo punto della strada veniva calato un cancello di legno a rastrello talmente imponente che la strada venne battezzata con il suo nome. Da queste parti sembra ci fossero molti passaggi segreti che rimandavano alle profonde cantine e ai pozzi ancora esistenti in questa antica strada. Attorno a questi passaggi sono ruotate sempre misteriose leggende e si dice che anche il Castello della città avesse avuto camere sotterranee e corridoi che lo collegavano alla campagna, ad altri manieri o punti strategici di Gorizia. L’itinerario attraverso la Gorizia nascosta si può chiudere risalendo Monte Santo, il cui nome evoca una storia miracolosa. Si narra che a una pastorella che si trovava su quel monte apparve la Madonna che le chiese di costruire un tempio: arrestata dall’autorità politica per il suo racconto, la ragazza riuscì a evadere per ben due volte in circostanze misteriose. Riconosciuto il miracolo, durante i lavori di edificazione della chiesa si sono susseguiti altri straordinari segnali divini come il ritrovamento di vari oggetti simboleggianti la Madonna.


