Stop alla cava più profonda d'Europa
Intervento uscito su TERRA NORDEST del 20 luglio 2010
I responsabili di sette tra le maggiori associazioni del trevigiano che da anni operano per la difesa dell’ambiente e per limitare l’estrazione selvaggia di ghiaia (Andrea Zanoni per Paeseambiente – Romeo Scarpa per Italia Nostra Treviso – Enrico Tirindelli per il Comitato Salvaguardia Ambientale di Volpago del Montello – Gianni Pellizzari per Legambiente Trevignano Istrana – Ferdinanda Salvini per Gruppo Silis Morgano – Martina Crosato per Cittadini di San Bernardino di Quinto di Treviso – Diego Bordignon per Comitato Salvaguardia Territorio di Loria ONLUS), hanno scritto in questi giorni una lettera ai sessanta consiglieri regionali del Veneto ed al presidente della Regione, Luca Zaia, per chiedere la bocciatura del progetto della cava più profonda d’Europa denominata cava Morganella e localizzata tra Ponzano Veneto e Paese in provincia di Treviso. Per le associazioni firmatarie, l’intervento metterebbe seriamente a rischio le falde acquifere.
La Commissione Regionale VIA a breve si pronuncerà sul progetto che consente di scavare più in profondità nella cava, progetto presentato dalla cordata di cavatori Biasuzzi Cave Spa, Calcestruzzi Spa e Superbeton Spa. Si tratta, scrivono i firmatari, “della cava sottofalda più grande d’Europa: attualmente è lunga un chilometro e larga 500 metri, dentro vi starebbe ben 44 volte la cattedrale di San Pietro messa una a fianco dell’altra!”.Il progetto prevede il prolungamento dell’attività per altri 20 anni, l’estrazione di altri 8.800.000 metri cubi di ghiaia e l’approfondimento dell’estrazione dagli attuali 40 metri di profondità a ben 65 metri (quota mai raggiunta in Europa in siti simili).
Si tratta di escavazioni effettuate dentro la falda acquifera, in violazione secondo le associazioni della legge veneta n.44/82 che vieta le escavazioni sottofalda, falda che nella zona si può trovare a dodici metri di profondità.
Scavare la ghiaia sino ad una quota di 65 metri di profondità significa mettere in comunicazione falde acquifere diverse, diffondendo l’inquinamento cronico di quelle più superficiali verso quelle sottostanti.
Da una quindicina di anni l’attività della cava Morganella viene autorizzata dalla Regione Veneto, grazie a proroghe su proroghe, senza mai arrivare alla sua ricomposizione.
Il Comune di Treviso inoltre non è stato coinvolto nella procedura VIA, nonostante disti solo 600 metri dalla cava e sia interessato direttamente dal traffico pesante e dalle ripercussioni sulla falda acquifera (a Treviso ci sono centinaia di pozzi d’acqua ad uso potabile).
La cava Morganella confina con due discariche: una per rifiuti inerti della Biasuzzi Cave Spa, oggi non più in attività, e la discarica di rifiuti solidi urbani, la Marini, oggi esaurita, nella quale si sono registrate anomalie nelle acque di falda.
Per scongiurare prevedibili disastri ambientali e per tutelare la falda acquifera le associazioni hanno preannunciato che se il progetto verrà approvato impugneranno al TAR del Veneto la delibera autorizzativa regionale.
“Dobbiamo far bloccare il progetto a tutti i costi, concludono i firmatari della lettera, con l’escavazione a meno 65 metri le due discariche confinanti con la cava potrebbero crollare dentro le falde con conseguenze catastrofiche”. Ora la palla passa al Presidente Zaia e al Consiglio Regionale.


