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Fragile come un ponte di sabbia...

Roberta Di Odoardo ci regala un secondo accurato libro “Fragile come un ponte di sabbia” (Ciesse Edizioni, 2014) che ci porta nuovamente nel mistero della laguna veneziana dove storia e fantasia si intrecciano in una trama originale. Ritroviamo anche in questo libro i protagonisti del precedente e fortunato lavoro dell’autrice “Il segreto dei tre campanili” (Ciesse edizioni, 2011) ovvero l’insegnante Arianna Carraro con il vizio del mistero e l’affascinante professor  Martin. Inoltre, ovviamente, compaiono nuovi  personaggi fra cui la giovane adolescente Giorgia, fedele aiutante di Arianna, che unisce la sua simpatia a una forte intuizione risultando davvero  una bella  e riuscita figura del libro. L ‘isola del Lazzareto  Nuovo, ubicata nella laguna nord, con la sua millenaria storia, con i suoi Tezoni  e con la sua archeologia, fa da sfondo a un giallo dove il passato si confonde con il presente e dove problematiche di un tempo sembrano ritornare con forza nella contemporaneità rendendo così la narrazione sempre avvincente e misteriosamente confusa, così in equilibrio fra realtà e fantasia.  

Devo dire che questo libro l’ho letto molto volentieri forse ancor di più del precedente proprio grazie a queste “trame” quasi parallele che si confondono nei secoli e nel tempo ma che poi portano a una conclusione che stupisce per la sua incredibile attualità.  Di Odoardo anche in questo libro, scritto con un linguaggio estremamente semplice e scorrevole, dimostra tutto il suo amore verso Venezia e le sue origini. Un amore che, in questo caso, va a toccare temi attualissimi come il problema delle Grandi Navi in laguna “…un tempo Venezia viveva del commercio che si svolgeva su questi masegni, ora è schiava dei mostri che entrano in laguna e danneggiano i fondali e le rive, inquinando l’aria e l’acqua e offendo la delicata struttura della città e i diritti dei pochi cittadini rimasti. Certo, portano ancora ricchezza e benessere, ma a quale prezzo?”.  La conclusione, che ovviamente non svelo, ha la capacità di sorprendere, e questo è già un punto a favore del libro, ma anche di affrontare il tema della corruzione e della illegalità che purtroppo accompagnano le grandi opere che si svolgono in città. Di Odoardo interviene, in questo caso, con grande onestà intellettuale senza esprimere  giudizi tecnici, aspetto raro dalle nostre parti, ma rivendicando una certezza di legalità questa sì, purtroppo,  appartenente ancora alla “fantasia” nel nostro Paese.  

Ultimo aggiornamento ( Giovedì 10 Luglio 2014 20:00 )

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