Specie a rischio
Uscito su TERRA NORDEST il 5 luglio 2011
Albanella a rischio nel Friuli Venezia Giulia. A denunciarlo sono gli ambientalisti friulani con la sezione regionale del Wwf in prima fila. Gli ecologisti denunciano che le risorse per proteggere questa importante specie non ci sarebbero, come promesso, nel bilancio regionale. Gli uffici regionali avevano assicurato che era in previsione un progetto di salvaguardia della specie la cui popolazione nidificante è in drastico calo.
“Ma ora - dice il Wwf - servono le risorse finanziarie: la Regione si attivi”.“Dagli anni ’90 la popolazione di albanella minore è in continuo e inesorabile calo: la Regione corra subito ai ripari stanziando le risorse adeguate per definire lo status di questo raro rapace in Friuli Venezia Giulia e per impedirne l’estinzione”: a chiederlo è il Wwf in una lettera inviata all’assessore Claudio Violino affinché disponga lo stanziamento, attraverso una variazione di bilancio, delle adeguate risorse finanziarie per la conservazione della specie sul territorio regionale.
Nei giorni scorsi il Servizio caccia, pesca e ambienti naturali ha infatti risposto alle numerose sollecitazioni delle associazioni ambientaliste assicurando che, oltre ad una serie di monitoraggi ornitologici promossi e attuati nell’ambito dei siti di Rete Natura 2000, è in previsione la redazione di un Progetto per la conservazione del genere Circus in Friuli Venezia Giulia, finalizzato a stabilire un programma di ricerche e un adeguato piano di azione per la conservazione della specie.
Un progetto, però – fa notare il Wwf – che non potrà essere realizzato in assenza di adeguate risorse. Di qui la richiesta all’assessore di provvedere “a stanziare una cifra non inferiore a 50mila euro, necessariamente tramite variazione di bilancio qualora la cifra non fosse già disponibile”.
L’albanella minore (Circus pygargus) è specie migratrice regolare e da aprile fino ad agosto-settembre si osserva in diversi ambienti di pianura del Friuli Venezia Giulia, localmente, si riproduce. La specie è particolarmente vulnerabile durante la stagione riproduttiva in quanto costruisce il proprio nido direttamente sul terreno. Negli anni ’80 del secolo scorso l’ambiente regionale ospitava complessivamente più di 30 coppie, la maggior parte localizzate in torbiere o ambienti simili, in particolare nell’area delle risorgive del fiume Stella (almeno quindici coppie) e solo poche coppie in coltivi (situazione più frequente nel resto d'Italia).
Negli anni ’90 si cominciò a notare una diminuzione del numero di coppie che si riproducevano in regione, senza un’indicazione certa sulle cause.Attualmente la popolazione nidificante nel territorio regionale non dovrebbe superare le 10-15 coppie.
Di qui l’importanza di uno studio approfondito che consenta di accertarne l’attuale status in Friuli Venezia Giulia e di individuare le cause della riduzione della popolazione avvenuta negli ultimi decenni, interrompendo così un fenomeno che, ricorda il Wwf, non solo desta preoccupazioni da un punto di vista naturalistico, ma è in palese contrasto con le norme comunitarie che impongono agli Stati di migliorare, o per lo meno mantenere, lo stato di conservazione delle specie animali.


