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Editoriale...su Porto Marghera

Uscito sul n. 1-2008 della rivista Verde Ambiente - Speciale nord-est

“Il sole e la neve. La spiaggia, la roccia delle Dolomiti. Il Veneto, cuore cangiante del Nordest, è contrasto e ricchezza di ambienti come nessun’altra regione d’Italia. Ha il lago più grande e molti altri minori solo per superficie ; i fiumi maggiori, il Po , L’Adige, il Piave, e tanti altri corsi d’acqua, a volte ancora splendidi - come il Sile - , e poi torrenti e rii, canali, fossi, sorgenti. Ha la foresta e il bosco - come sul Cansiglio, splendido esempio di durata e conservazione, oggi minacciato da folli progetti del solito circo turistico e i colli, le montagne. E ancora : la pianura, la campagna, e il mare, la laguna, la palude. Si potrebbe continuare. Si potrebbero ancora ricordare i patrimoni storici e artistici - si pensi alle città, e non solo a quelle principali come Venezia ovviamente, e gli altri capoluoghi, ma alle moltissime piccole città e paesi ognuno dei quali, da solo farebbe il vanto e la fortuna di una regione - che a volte s’incastono dentro gli ambienti naturali come pietre preziosissime, lungamente e perfettamente lavorate. Il Veneto, come tutto il Nordest, è un tesoro inestimabile, consegnato al nostro tempo da millenni di turbolenta evoluzione naturale e da secoli e secoli di storia umana”.
Così Gianfranco Bettin, nel lontano 1998, iniziava un bellissimo articolo su questa rivista, dedicato al dibattito, in atto in quel periodo, sul nord-est volano economico dell’Italia.
Da questa descrizione del valore innanzitutto ambientale del Veneto e del nord-est, voglio partire per presentare questo speciale  che la rivista dedica, e dedicherà nei prossimi numeri, a questa parte dell’Italia, simbolo di produttività ma anche di forti contraddizioni ambientali e sociali.
Con la collaborazione del circolo veneziano dell’associazione VAS, con queste pagine e quelle che seguiranno, cercheremo di affrontare temi e problematiche che interessano il nostro territorio, gli spazi dove viviamo, lavoriamo, esprimiamo il nostro essere.
Per fare questo, come ricordava bene Bettin, occorre riprendere con energia e intelligenza l’iniziativa politica e culturale, sia in senso ambientalista che in senso culturale e sociale, unificando in un approccio complesso l’azione critica e la progettualità politica, mostrando il volto possibile di un futuro diverso, nel quale l’amore per il paesaggio  e la cura degli elementi fondamentali della vita - l’aria, l’acqua, la terra, la scelta di un modello produttivo compatibile con essi - il fuoco dell’energia e del lavoro - si compongano in un disegno equilibrato che restituisca centralità ai processi educativi e formativi e conduca oltre il desolante quadro odierno.
Abbiamo pensato di iniziare questa avventura affrontando due temi attuali e complessi: la questione “rifiuti” e la bonifica e riqualificazione di Porto Marghera. Due temi che rappresentano due grandi sfide del nostro territorio. La questione rifiuti, che oggi occupa le prime pagine della stampa nazionale ed internazionale grazie al disastro campano, che l’assessore verde della Provincia di Venezia Ezio Da Villa sta affrontando con grande professionalità, dimostrando come l’ecologia in politica sia in grado di governare processi industriali e risolvere emergenze quando alla base c’è una forte programmazione e capacità di azione. Non a caso oggi si parla a livello nazionale del “Modello Venezia”. Due competenti tecniche ambientali, Martina Bocci ed Elisa Andreoli, ci parlano della bonifica e degli interventi in atto per la riqualificazione innanzitutto ambientale di Porto Marghera, una sfida enorme che mette in campo tutta una serie di capacità tecnologiche, di conoscenze e di competenze istituzionali, che rendono questa riqualificazione la vera sfida ecologica da vincere nel nostro secolo. E di Marghera ci parla anche Anthony Candiello, ma della Marghera “in movimento”, che si organizza per sapere, per conoscere e per avere un futuro diverso, soprattutto un futuro “sicuro”. Entrambi i temi citati hanno bisogno di un approccio complesso e sistemico.  Infatti, tornando in conclusione al nostro nord-est, è solo con un approccio complesso e sistemico, capace di rispondere adeguatamente ai problemi posti da un paesaggio e da un territorio così diversificato – formato da lagune, laghi, montagne, boschi, fiumi….– che si è in grado di rispondere alle attese non solo dei diversi distretti economici e produttivi, dei diversi centri urbani, piccoli e grandi e delle loro diverse storie sociali, civili e culturali, ma alle diverse attese degli individui, delle generazioni, che abitano il territorio vasto e policentrico che si stende a Nordest del paese Italia.

Ultimo aggiornamento ( Lunedì 30 Marzo 2009 15:19 )

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