Uscito su TERRA il 10 giugno 2010

Semplicemente perfetti. I  britannici Muse martedì sera hanno coinvolto in modo straordinario i sessanta mila fan giunti da tutta Italia a Milano allo stadio di San Siro per acclamare e applaudire il gruppo di Matthew Bellamy che rappresenta oggi senza dubbio la band del momento. Dal mastodontico e futuribile palco a forma di parallelepipedo ricco di colori e di immagini, i tre ragazzi di Teignmouth (Devon) hanno dato vita a uno show intenso, potente, dove la musica l’ha fatta da padrona malgrado gli effetti scenici spesso sorprendenti. Brani suonati in modo impeccabile, dove la chitarra energica e vigorosa di Bellamy sembrava tagliare gli spazi di San Siro travolgendo le migliaia di persone assiepate sulle gradinate e sul prato di fronte al palco.

Infatti, anche la folla impressionante sulle tribune che ha saltato e ballato ininterrottamente per tutte le oltre due ore di concerto rappresentava uno spettacolo nello spettacolo. Spazio ovviamente come prevedibile ai brani dell’ultimo lavoro The Resistence (2009) mentre quasi nessuna traccia dei primissimi brani della loro storia musicale. I Muse hanno aperto il concerto in perfetto orario con Uprising lanciando un messaggio forte di natura socio-politica contro la crisi economica attuale, seguito poi da una versione superlativa di Supermassive Black Hole primo singolo del loro precedente e fortunato album Black Holes and Revelations (2006), quindi la straordinaria New born singolo tratto dal loro secondo album Origin of Symmetry (2001), con il basso protagonista e riff di chitarra incisivo eseguito alla perfezione da Bellamy. Di seguito molti brani e singoli di successo tratti soprattutto dagli album citati e dal lavoro del 2003 Absolution. La forza musicale dei Muse sta nella capacità di unire la pungente chitarra di Bellamy all’uso a volte distorto del basso da parte di Christopher Wolstenholme e nella presenza risonante ma mai eccesiva della batteria di Dominic Howard. Una miscela di elettronica e progressive rock che affascina e, soprattutto, convince. Così mentre lo stadio intero cantava hit di successo come Starlight oppure Time Is Running Out bene eseguite, noi preferiamo ricordare il sound potente di Plug in baby dove la band esplode la sua forza musicale con un riff di chitarra di Bellamy potente e allo stesso tempo raffinato che rimane impresso nella mente. C’è stato spazio pure per la cover di Back in black degli AC/DC, cantata ottimamente da Nic Cester, leader dei Jet. Bella anche la parte più melodica del concerto con un'acrobata uscita da una specie di astronave ad accompagnare visivamente Exogenesis Pt.1 e Unintended. Il finale è un omaggio del gruppo a Sergio Leone e Ennio Morricone con Wolstenholme ad intonare con l’armonica le magnifiche note musicali de l’uomo dell’armonica scritte da Morricone e parte integrante della colonna sonora del film C’era una volta il west, il tutto per introdurre  Knights Of Cydonia, brano conclusivo del concerto suonato con grande passione e veemenza dai Muse. Un finale davvero emozionante che ha esaltato i fan in una serata dove la musica ha espresso le sue sonorità migliori.