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Il Mose dei veleni

Uscito sul settimanale Erba- gennaio 1999

Sembrava che il decreto firmato dal ministro Ronchi e dalla Melandri alla fine di dicembre, che recepiva le conclusioni della Valutazione di Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente sulle opere di chiusura alle bocche di porto della laguna di Venezia, avesse posto, almeno temporaneamente, fine al progetto Mose. In realtà, le discussioni e le polemiche intorno alla salvaguardia di Venezia e della sua laguna, continuano ad agitare la vita sociale e politica della città. Dal punto di vista tecnico, è di questi giorni la dichiarazione di quattro studiosi del prestigioso Massachusset Institute of Technology  che, su commissione del Magistrato alle Acque di Venezia e del suo braccio operativo Consorzio Venezia Nuova, hanno demolito il giudizio della VIA affermando che “le dighe mobili sono necessarie per proteggere Venezia dalle maree, ma anche per proteggere l’habitat della laguna”. Gli studiosi americani hanno pure affermato che “la bocciatura delle dighe sia basata su valutazioni tecniche non valide e che le decisioni della VIA e di Ronchi siano politiche”. Dichiarazioni molto pesanti tanto più che lo stesso Ministro dei Lavori Pubbblici Micheli, non sarebbe stato al corrente dell’iniziativa avviata dal Magistrato alle Acque di Venezia e dal Corsorzio Venezia Nuova, quest’ultimo concessionario privato pagato, in pratica, dallo Stato per sconfessare un decreto di due Ministri. Ovviamente queste tesi sono state contestate dagli ecologisti e da parte del mondo politico locale, lo stesso Sindaco Cacciari ha replicato al giudizio degli studiosi americani con una certa ironia “felice che molte persone si interessino alla laguna, ma lo sarei ancora di più se si interessassero intelligentemente”.
In realtà, il problema della salvaguardia di Venezia è divenuto ora un problema politico più che tecnico. Nelle prossime settimane il giudizio della Commissione VIA e il relativo decreto di recepimento firmato da Ronchi e dalla Melandri finirà sui banchi del Consiglio Comunale e la maggioranza che sostiene Cacciari si presenta divisa. Da un lato, a favore del Mose, si è schierato il Partito Popolare dell’ex ministro Costa il quale, a sua volta, oltre ad aver annunciato addirittura un ricorso al Tar contro il decreto del suo “ex governo”, ha pubblicamente dichiarato di essere pronto ad una crisi se non passerà una linea a favore della mega opera idraulica. Questa posizione si scontra con quella di rifondazione comunista e dei verdi, quest’ultimi storicamente contrari a questo tipo di intervento in laguna, mentre il resto della maggioranza, Ds, socialisti e Veneto Nord-est, sono contrari con più prudenza e cercano, specialmente i Democratici di sinistra, una soluzione di mediazione.

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