Intervento uscito su TERRA NORDEST il 2 agosto 2011
Come ogni estate, a Venezia e nella sua laguna, si presenta con maggiore forza il noto problema dell’inquinamento idrodinamico: le eliche dei motori marini delle innumerevoli imbarcazioni che transitano in questi giorni nei canali interni della città e nei canali lagunari creano un elevato “moto ondoso” che schiaffeggia e dissesta le rive, le fondamenta dei palazzi e delle abitazioni nonché erode la tipica morfologia lagunare.
L’acqua in perenne agitazione soprattutto nel Bacino di San Marco, nel canal della Giudecca, nel Canal di Cannaregio, nei rii minori interni, nel Canale dei Marani e del Silone e, la lista, aimè potrebbe continuare. Barche di tutti i tipi ma soprattutto legate alla attività turistiche (lancioni gran turismo, taxi acquei, barconi delle cooperative turistiche) che corrono ovunque mettendo in seria difficoltà i pochi che vanno a remi e i veneziani in gita con le loro medie o piccole imbarcazioni tipiche o da diporto. La regolamentazione del tutto è difficile, se non impossibile, carenza nei controlli, normative contraddittorie e non applicate, frantumazione delle competenze sui canali lagunari e la mancanza di un Piano del traffico acqueo, al contrario di quanto avviene nelle città di terraferma con le auto, non ancora elaborato dal Comune di Venezia e dall’attuale Giunta Orsoni. Per la verità anche su questi temi il nuovo Sindaco eredita non poche problematiche irrisolte e non affrontate dalla precedente Giunta Cacciari. Una di queste, al centro del dibattito politico in questo scorcio d’estate, è la presenza delle mastodontiche navi da crociera che attraversano con il loro carico di turisti il Bacino di San Marco per ormeggiare alla Marittima. Per la maggioranza dei veneziani risultano assai pericolose, la loro stazza imponente non risulta proprio compatibile con al delicatezza urbana di Venezia, ma le navi da crociera, come ricorda Paolo Costa Presidente della Autorità Portuale di Venezia, sono una grande risorsa, i dati economici in effetti parlano chiaro in questo senso, e portano indotto. La pianificazione urbanistica e territoriale sovraordinata, i piani territoriale regionali e provinciali, parlano di sviluppare la logistica portuale a Porto Marghera con spazio pure a terminal per navi da crociera. E’ facilmente intuibile però che un turista preferisce partire o arrivare a Venezia piuttosto che nell’area che una volta era la sede di uno dei più grandi poli chimici italiani. La politica si divide, l’economia locale pure, e gli ecologisti fanno la loro parte. Italia Nostra denuncia l’invasione turistica pericolosa per lo stesso tessuto urbano cittadino e contemporaneamente punta il dito contro le grandi navi da crociera che sempre più numerose arrivano in città. L’amministrazione comunale prende tempo, analizza la situazione ma dimentica che uno studio finanziato nel 2004 dallo stesso Comune di Venezia al Cnr veneziano per valutare gli effetti idrodinamici indotti delle grandi navi in alcuni canali si concludeva con tale affermazione “dall’esame di tutti i dati acquisiti, si ritiene che gli effetti indotti dal passaggio delle navi di maggiore stazza possono provocare evidenti alterazioni idrodinamiche nei canali minori afferenti al canale principale di transito delle navi”. E per il moto ondoso provocato dai natanti vari, soprattutto taxi e lancioni gran turismo? Rimane a disposizione il numero verde 800.866158 dei Vas veneziani nell’ambito della campagna nazionale “Diritti al mare, diritti del mare” attivo 24 ore su 24 per denunciare chi non rispetta le regole ambientali e della navigazione, un numero verde per difendere un bene comune quali la laguna di Venezia e la sua città storica.