Home Articoli responsabili 2002 "Val Dogà e Taglio del Sile"

"Val Dogà e Taglio del Sile"

Uscito sul Gazzettino nel giugno 2002

In un periodo in cui le “valli da pesca” sono al centro di un acceso dibattito politico intorno alla loro possibile “privatizzazione”, cogliamo l’occasione per invitare i lettori ad approfittare del periodo estivo per una gita fuori porta, magari in bicicletta, per scoprire le ricchezze storico-naturalistiche che le stesse “valli” offrono al viaggiatore. Un itinerario di sicuro interesse è il percorso naturalistico e storico-idraulico “Val Dogà e Taglio del Sile” che si svolge lungo una delle principali opere di regimazione idraulica della laguna di Venezia: il Taglio del Sile.
L’itinerario si svolge interamente lungo l’argine rettilineo che separa il fiume Sile dalla Laguna di Venezia e si tratta di un tracciato costituito da sottofondo in erba e sterrato.
Il Taglio del Sile rappresenta il logico confine della conterminazione lagunare separando gli ambienti lagunari-vallivi dalle bonifiche agrarie della gronda.
E’ possibile quindi osservare lungo il tracciato da un lato le bellezze della laguna e dall’altro lato la continua presenza del fiume con la sua vegetazione ripariale.
Partendo da Caposile verso Portegrandi, lasciato il breve sterrato che porta all’ingresso di Valle Dogà, inizia l’argine vero e proprio. Subito si apre la splendida visuale verso il paesaggio della valle da pesca caratterizzata da ampi specchi acquei arginati, velme fangose e fasce di barene, il tutto immerso in uno spettacolare silenzio disturbato solo dal lieve battito d’ali degli uccelli. La Valle Dogà infatti, oltre ad essere con i suoi 1685 ettari di superficie la più estesa valle da pesca lagunare, risulta essere dal punto di vista faunistico una delle zone più ricche di uccelli acquatici della laguna. Durante la stagione fredda svernano in valle migliaia di anatidi provenienti dall’Europa settentrionale. Ma anche d’estate un attento viaggiatore può osservare la Garzetta, varie specie di aironi e, specialmente in questo periodo estivo, l’Airone rosso. Ma ancora, nei vari specchi d’acqua che si incontrano lungo il percorso, non sarà difficile scorgere il Germano reale o la Folaga mentre quasi certo è lo spettacolare incontro con il Falco di Palude. Proseguendo verso Portegrandi interessanti, dal punto di vista vegetazionale,  appaiono le barene e le velme di Valle Ca’ Zane, oggi abbandonata dall’uomo. Proseguendo ancora nel nostro itinerario va segnalata, dal punto di vista storico-idraulico, la chiavica sul Canale Nuovo presso Cà Amadio. Infine non sono da sottovalutare gli ambienti fluviali che si trovano dall’altra parte dell’argine. Ambienti di canneto ricchi di forme animali che si nascondono nel groviglio di canne e arbusti. Ricordiamo la Cannaiola, il Cannareccione e, nei pressi dell’acqua, nidificano specie tra cui la Gallinella d’acqua e il Cigno reale.
L’itinerario si conclude alle conche di navigazione di Portegrandi, con grande entusiasmo, e un po’ di stanchezza, per il viaggiatore che ha scelto questi ambienti per passare delle ore a contatto con la natura e la storia.

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