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Le sicure trivellazioni di Scaroni

Uscito sul settimanale Carta - Estnord n. 29 - 2008 

 

Il progetto di trivellazioni nell’Alto Adriatico continua tranquillamente e pericolosamente il suo iter.
Il rischio subsidenza per la Laguna di Venezia e il Delta del Po è tutt’altro che un’ipotesi. Dopo il via libera della Commissione Bilancio e Finanze fra il 13 e 14 luglio al famigerato art. 8 del Decreto Scajola, che di fatto riapre all’estrazioni di gas tutto il Golfo di Venezia, solo la Regione Veneto può fermare questo progetto. L’Amministratore Delegato dell’Eni Paolo Scaroni ha ribadito su tutti i principali giornali nazionali e locali che il progetto di estrazione di gas deve andare avanti e che in merito alla possibile subsidenza c’è la massima sicurezza. Insomma, amministrazioni locali, categorie economiche ed ambientalisti non si devono preoccupare. Tutto a posto. Peccato che non sia così. Le voci contrarie sono numerose e variegate. Lo stesso Governatore Galan, una volta tanto in sintonia con il mondo ambientalista, ha confermato la linea regionale di blocco all’estrazioni in assenza di prova certa riguardo la subsidenza. La certezza in merito il mondo scientifico non la può dare e pertanto appare evidente che l’unica sicurezza per il patrimonio storico, ambientale e naturalistico rappresentato da Venezia, dalla sua laguna  e dal Delta del Po, è che tale progetto non vada avanti.  Pertanto appelli bipartisan per scongiurare l’avvio delle estrazioni sono giunti in Regione da diversi enti locali (Comune di Venezia e Provincia di Rovigo), dalle categorie economiche legate soprattutto al turismo, dalle associazioni ecologiste. La parola finale ora spetta a Galan.
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