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Stop alla caccia in deroga

Intervento uscito su TERRA NORDEST il 27 settembre 2011

Si è chiuso ieri il lungo tormentone estivo sulla caccia in deroga. Con una delibera portata in giunta dall'assessore veneto alla caccia Daniele Stival, la Regione Veneto ha dato il via anche per la stagione venatoria 2011-2012 alla cosiddetta "caccia in deroga": dal 1° ottobre (25 settembre per il prispolone) a fine dicembre si potrà sparare a sei specie di uccellini: storno, fringuello, peppola, frosone, pispola e (ma solo fino al 30 ottobre) prispolone. Dura la protesta delle associazioni ecologiste.

"La Delibera assunta dal governo regionale per permettere ai cacciatori veneti di abbattere uccelli protetti è illegittima". Questo il commento di Michele Bertucco - Presidente di Legambiente Veneto dopo l'approvazione della Delibera da parte della Giunta Veneta che consente, per l'ennesimo anno, la caccia in deroga.
Che sia illegittima, lo ha detto la Corte Costituzionale. Lo ha detto l'Unione europea, che ha deferito e condannato per questo l'Italia alla Corte di Giustizia. Eppure il Veneto persegue la propria linea di estremismo venatorio, collocandosi perfettamente in quella logica politica - propria anche dell'attuale Governo nazionale - per cui se qualcosa è nell'interesse di chi è al potere, si fa, indipendentemente da qualsiasi regola.
Come si possa parlare di deroghe limitate e di controllo dei capi abbattuti, come dichiara l'Assessore Stival, - continua Bertucco - è ridicolo visto che anche quest'anno si potranno abbattere più di 526.000 uccelli. Queste le specie cacciabili in deroga:
 lo storno (limite massimo giornaliero 25 capi per cacciatore, 100 nella stagione e 124.200 a livello regionale);
 il fringuello (stessi limiti personali e massimo capi massimi abbattibili in Veneto 235.700);
  la peppola (30 capi per stagione per ogni cacciatore e 29.300 in tutta la regione);
 il frosone (stesso limite personale e 9.800 in tutta la regione),
 la pispola (tetto massimo individuale 50 capi, regionale 16.000);
 il prispolone (50 capi individuali per stagione e 111.400 complessivi).
"Le deroghe - conclude Bertucco - sono per definizione uno strumento eccezionale, al quale nessuno può ricorrere in modo continuo e ordinario. La delibera della Giunta Regionale del Veneto rappresenta un'ulteriore violazione dell'articolo 9 della Direttiva "Uccelli" e un conseguente aggravio delle violazioni che hanno portato fin qui la Commissione europea a procedere contro l'Italia".
In merito è intervenuto pure il neodeputato europeo Andrea Zanoni, Presidente Lac Veneto, che ha contestato duramente la decisione regionale. Problemi con l’attività venatoria anche in Friuli Venezia Giulia. In un comunicato congiunto, le sezioni friulane di Wwf, Legambiente, Lac e Lipu minacciano azioni legali se la Regione non adotterà un provvedimento di sospensione della caccia alle due specie Coturnice e Gallo Forcello: gli ultimi censimenti dicono chiaramente che stanno scomparendo dal territorio regionale. Si è scoperto infatti che dal 2007 la consistenza del fagiano di monte o gallo forcello è diminuita in regione di circa il 12% e nel tarvisiano di una misura dell'ordine del 20-25%.
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