Home Articoli responsabili 1999 Bloccate le trivellazioni nell'Alto Adriatico

Bloccate le trivellazioni nell'Alto Adriatico

Uscito sul settimanale Erba - febbraio 1999

“Si ritiene che per il progetto di coltivazione Alto Adriatico non sia dimostrata la compatibilità ambientale, sia per quanto riguarda prioritariamente la subsidenza (abbassamento del suolo), sia per quanto riguarda gli effetti complessivi sull’ambiente”. Così la Commissione di Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente si è espressa, attraverso una relazione di circa sessanta pagine, contro il progetto di estrazione del gas nell’Alto Adriatico accusato di “far sprofondare” Venezia. Il progetto, elaborato dall’Agip, prevedeva investimenti di 1.200 miliardi per sfruttare in un decennio i circa 30 miliardi di metri cubi di gas - un decimo delle riserve italiane accertate - giacenti sotto il fondo dell’Alto Adriatico. Si prevedevano 18 piattaforme dislocate quasi tutte fra i 20 e i 40 chilometri al largo del Delta del Po. Il giacimento più settentrionale (denominato Chioggia Mare) distava solo una dozzina di chilometri da Chioggia. Nel 1995, dopo alcune denuncie e prese di posizione da parte non solo del mondo ambientalista ma pure delle istituzioni locali e di parte del mondo imprenditoriale, sulle possibilità di abbassamento del suolo a causa delle estrazioni di gas, fenomeno che avrebbe potuto comportare per Venezia e Chioggia gravissime ripercussioni ambientali e strutturali, il Parlamento con la legge n. 206/95 chiedeva al Ministero dell’Ambiente, d’intesa con la Regione Veneto, di sottoporre al VIA il Progetto dell’Agip. Dopo quattro anni di analisi, la Commissione VIA ha quindi ritenuto opportuno bloccare definitivamente il progetto di sfruttamento degli idrocarburi liquidi per quanto riguarda il pozzo di Chioggia mentre per gli altri pozzi “sulla base degli elementi di conoscenza attualmente disponibili, non si può dimostrare la compatibilità ambientale in quanto gli elementi informativi esaminati durante il lavoro istruttorio presentano ancora gravi carenze”. Secondo l’Agip non esisterebbe il pericolo di subsidenza in quanto, grazie a delle particolari tecnologie e a sofisticati modelli matematici, l’estrazione di gas e il conseguente possibile fenomeno di abbassamento del fondo marino, verrebbe “prevenuto” dall’iniezione di acqua di mare nel sottosuolo che impedirebbe il propagarsi verso la costa della depressurizzazione indotta dall’estrazione del gas, impedendo così possibili fenomeni di subsidenza. Queste affermazioni non hanno convinto la Commissione VIA del Ministero dell’Ambiente che ha bloccato il progetto e nemmeno una quarantina di deputati di varie forze politiche che attraverso un Disegno di legge, primo firmatario il senatore verde veneziano Giorgio Sarto, hanno chiesto al Parlamento di vietare, come avviene per il Golfo di Napoli, l’estrazione di gas metano nell’area dell’Alto Adriatico.

Sto leggendo
Banner
Notizie flash

 -