Uscito su TERRA A NORDEST sabato 19 dicembre 2009
Il Piano di Assetto del Territorio del Comune di Venezia (PAT), adottato dalla Giunta Comunale nel maggio scorso, rischia di non essere approvato dal Consiglio comunale che è in scadenza – il 9 febbraio 2010 lo scioglimento - e che sarà occupato nei prossimi due mesi dall’approvazione del bilancio. La cosa non è di poco conto, come lo ha più volte evidenziato l’assessore all’urbanistica Vecchiato, in quanto il PAT risulta essere un obiettivo strategico dell’amministrazione Cacciari.
Il PAT, che sostanzialmente va a sostituire il vecchio PRG, sulla base della Legge Regionale n. 11/2004, definisce le linee strategiche dello sviluppo territoriale, individua le invarianti di carattere ambientale paesaggistico e storico, determina per Ambiti Territoriali Omogenei (A.T.O.) parametri dimensionali e i limiti quantitativi e fisici degli insediamenti. In poche parole deve pianificare il miglioramento della qualità ambientale e urbana e il rafforzamento del ruolo della città nel contesto territoriale e metropolitano. Per Venezia questo ha voluto dire intervenire nel campo della salvaguardia ambientale e paesaggistica (Parco della Laguna nord, aree Sic-Zps, Paesaggio lagunare e valli da pesca, difesa idrogeologica, Bosco di Mestre, Campo trincerato di Mestre), nel sistema insediativo e nello specifico in alcune previsioni urbanistiche per la Terraferma (Quadrante Tessera, Via Torino, Aeroporto, Porto Marghera) e per la Città storica e isole (Tronchetto, Arsenale, Palazzo del Cinema e area ex Ospedale al mare al Lido). Ovviamente il Piano è pure intervenuto sugli aspetti produttivi (Bonifiche di Porto Marghera e polo produttivo legato alla ricerca, innovazione e piattaforma logistica), sulla portualità, sul sistema turistico ricettivo e sulle infrastrutture (SFMR, mobilità urbana acquea e in terraferma, metropolitana sublagunare, mobilità lenta, accessi alla città storica, sistema di organizzazione della circolazione e traffico nelle aree centrali in sinergia con il Piano Urbano della Mobilità). Temi tanto importanti quanto delicati, politicamente parlando, per il Comune di Venezia in quanto disegnano il territorio comunale del futuro. Scelte non sempre condivise appieno in seno alla maggioranza e tanto meno nella minoranza in Comune, per cui è facile ipotizzare uno schieramento trasversale che non abbia interesse a far entrare in vigore il PAT, appellandosi magari alla mancanza di tempo per convocare commissioni e consiglio. Nel dibattito sul Piano, si evidenziano alcuni temi assai dibattuti in questi mesi. Il primo, strettamente connesso al Piano Urbano della Mobilità (PUM), riguarda il progetto della metropolitana sublagunare. Il progetto, non nuovo già nel 1992 fra vivaci polemiche l’allora Sindaco democristiano Bergamo lo aveva proposto, è menzionato come tratta “Arsenale-Tessera” dal PAT mentre il PUM ipotizza un prolungamento della metropolitana fino al Lido o addirittura fino al Bacino di San Marco. La metropolitana ancora oggi divide e spacca la città in favorevoli e contrari. Divise le forze politiche, critiche le associazioni ambientaliste, di fatto oggi in merito al progetto mancano certezze economiche, di sicurezza e soprattutto ambientali. Osservazioni dettagliate in merito alla sublagunare sono giunte da Italia Nostra che ritiene che il PAT non debba nemmeno prendere in considerazione l’ipotesi metropolitana. La Municipalità di Venezia, Murano, Burano, è andata oltre ed ha respinto all’unanimità direttamente il PUM con metropolitana annessa. Altro tema importante di trasformazione territoriale riguarda il cosiddetto Quadrante di Tessera, oggetto di una specifica Variante delle Comune nel 2004 già approvata dalla Regione Veneto. La variante raddoppia l’area edificabile, prevedendo oltre al nuovo Casinò e allo stadio, alberghi, spazi espositivi e congressuali, negozi e 105 ettari da destinare a bosco. In un possibile futuro “olimpionico” di Venezia, l’area diventerebbe strategica per ospitare nuove edificazioni legate ai giochi. Anche qui ci sono distinguo, opposizioni politiche e numerose osservazioni in arrivo soprattutto di natura ambientale, di natura idraulica - l’area è a rischio sotto questo aspetto - e di natura viabilistica si teme un aumento della pressione del traffico sulla viabilità esistente. Non ultimo, aspetto positivo ma a rischio se il PAT non fosse approvato, è la presenza nel Piano del Parco di interesse locale della laguna nord di Venezia, parco voluto dall’amministrazione Costa nel 2002. Da decenni infatti in Laguna si parla di Parco per tutelare ed indirizzare in un processo produttivo sostenibile, la città e la sua laguna. Ad oggi per l’opposizione di cacciatori, di alcune categorie e forze politiche soprattutto di centro destra, questo obiettivo importante e voluto con forza da un variegato mondo sociale, civile, produttivo e ambientalista, non è stato raggiunto. In questo caso, il rinvio dell’approvazione del PAT allontanerebbe di nuovo una svolta ambientale forse fondamentale per Venezia e la sua laguna.
Ultimo aggiornamento ( Mercoledì 24 Febbraio 2010 15:42 )