Pensieri in libertà

Questo intervento è uscito sulla Nuova Venezia del  23 settembre 2009

La bocciatura solo di “di misura” avvenuta nell’ultimo Consiglio Regionale del Veneto della mozione del centrosinistra contro il nucleare nel Veneto e rilancio delle energie rinnovabili, con rilevanti defezioni nel centrodestra, in primis l’astensione della Lega, e il successivo intervento di Galan a chiarire che nessuna centrale, nemmeno a Chioggia, sarà costruita, dimostra come in realtà la strada del nucleare sia tutta in salita.

Dimostra, alla faccia del federalismo, che decisioni così importanti e impattanti per il territorio prese a Roma devono poi fare i conti giustamente con le comunità locali e con le loro legittime preoccupazioni. E’ evidente che esprimiamo soddisfazione per le dichiarazioni di Galan ma rimaniamo contrari al nucleare sia in Veneto sia in tutte le regioni italiane e chiediamo viceversa, come avviene in Europa, uno sforzo tecnologico e imprenditoriale in direzione delle energie alternative e rinnovabili,  energie pulite che oggi sono al centro del dibattito produttivo ed economico in mezzo mondo nell’ambito delle “green economy”.
Altro aspetto non secondario, riguarda il fatto che prima di parlare di nucleare nel Veneto e in Italia, e di quante centrali servono nel nostro territorio, bisognerebbe avere pianificato le esigenze energetiche nazionali e regionali rivalutando e rilanciando contestualmente serie azioni di risparmio energetico.
Purtroppo però il Piano Energetico Nazionale è incredibilmente fermo al 1987 e il Piano Energetico Regionale del Veneto non è stato ancora approvato e nella sua bozza non si vede ancora una svolta chiara nella direzione auspicata delle energie rinnovabili e pulite.
Pertanto è fondamentale oggi, proprio alla luce del dibattito sulla mozione bocciata, una chiara scelta politica regionale in campo energetico conseguente a una chiara pianificazione energetica regionale che oggi è del tutto assente.