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Un'autostrada fra le Dolomiti

 Uscito su TERRA a NORDEST sabato 23 gennaio 2010

Anche durante le ultime vacanze natalizie, non sono mancate lunghe code di automobili nelle strade della Valboite fra Cortina e Longarone. Questa parte della provincia di Belluno, dove sorgono importanti e conosciuti paesi cadorini, continua a soffrire di gravi problemi di viabilità. Problemi che non interessano solo i vacanzieri ma soprattutto le popolazioni locali che da anni discutono e si confrontano in merito.

Secondo l’Associazione industriali di Belluno e la rinnovata società Alemagna che gestisce il tratto autostradale, la questione potrebbe essere risolta con il prolungamento dell’autostrada A27 fino alle porte di Pieve di Cadore per poi proseguire verso nord (Austria o Carnia permettendo). Questa infrastruttura porterebbe un generale rilancio economico e uno sviluppo ulteriore del comparto turistico. Queste considerazioni non sono condivise da parte della popolazione cadorina e da alcune amministrazioni locali. Portavoce di questo dissenso il battagliero comitato “Pas Dolomiti” (Comitato interregionale Carnia-Cadore) che non vede alcun vantaggio concreto, dal punto di vista economico, dallo sviluppo di questa infrastruttura. L’industria in queste zone sta infatti vivendo una profonda crisi strutturale, con ripercussioni nell’artigianato, nel commercio, nel settore manufattiero, con un tasso di disoccupazione del 10%. Problemi gravi che un’autostrada non può risolvere. Mentre, riguardo al turismo, il Pas evidenzia che quello legato all’autostrada è un turismo della conquista, del mordi e fuggi e della speculazione edilizia; è fatto solo di numeri, a tutto scapito dell’identità e della cultura della montagna, come tanti esempi dimostrano. C’è poi un altro tipo di turismo che si fonda sulla cultura dell’accoglienza, sulle specificità da valorizzare, sulle proposte di aria buona, di tranquillità, di ritmi rigeneranti, sul rispetto da offrire e da pretendere, ed è su questo che si dovrebbe investire. Bisogna poi aggiungere l’inquinamento che una autostrada del genere potrebbe causare fra le Dolomiti, proprio ora che sono state nominate Patrimonio dell’Umanità. Per il comitato l’alternativa, a un problema reale, sta nell’adeguamento della viabilità esistente, con una serie di brevi circonvallazioni che la rendano più scorrevole, a cominciare dalla tratta Longarone-Castellavazzo, con il completamento delle varianti già aperte fino a Pieve di Cadore. Alternativa condivisa pure dallo scrittore e giornalista Mario Ferruccio Belli che nell’ultimo numero della storica rivista “Il Cadore”, sposa l’idea delle varianti per eliminare gli ingorghi e rendere il traffico più scorrevole nelle vallate alpine. Eliminare gli ingorghi come hanno fatto in Val Pusteria (Alto Adige) aggirando i paesi che hanno recuperato la loro pace e tranquillità. Così si è fatto a Pieve di Cadore, Lozzo e, fra poco, pure ad Agordo. Così andrebbe fatto per superare gli ingorghi a Cortina, San Vito di Cadore, Tai e Longarone, ultimo grande tappo alla circolazione.
Ma quello che servirebbe, ipotesi che trova consensi, è un bel progetto di collegamento ferroviario Venezia-Cortina che apra la strada, come sostengono quelli del Pas, a un turismo internazionale, con ricadute positive, anche occupazionali, sull’intero territorio e che, allo stesso tempo, funga da metropolitana di superficie per i residenti. Anche in montagna insomma, c’è bisogno di mobilità sostenibile.

Ultimo aggiornamento ( Lunedì 25 Gennaio 2010 21:05 )

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